DA JUVE O NON DA JUVE: Pavel Nedved

nedvedNEDVED? NON PIU', GRAZIE.
Trillo
Pavel Nedved rappresenta l'esempio più calzante di cartomanzia applicata al calcio. L'amore incondizionato che gran parte dei tifosi bianconeri gli portano in dono ancora oggi, nonostante il suo addio "con l'asterisco", ricorda assai da vicino certe forme di credulità popolare grazie alle quali, dal bel mezzo di una serie di sciocchezze senza riscontro, i clienti della cartomante riconoscono ed estraggono sempre e solo quelle meno goffe e, quindi, più rassicuranti.
Basti pensare a quella sera del 2003, quando per un fallo cretino, in una zona cretina del campo, nel momento più cretino della sfida di ritorno contro il Real Madrid, si autoescluse dalla partita che aspettava da una vita. Per chiunque si sarebbero sprecati gli insulti e le maledizioni, per lui no. Lui era stato il solito guerriero che, in quanto tale, aveva agito d'istinto.
Un drago, e ai draghi non si comanda. Nedved, che sfiga! Ma la sfiga, per definizione, ti cerca lei. Mentre lui, al contrario, fece tutto da solo.
Dei suoi mesi recenti trascorsi a pascolare per il campo come un'anima in pena, tanto per dire, non parla mai nessuno; ma di gente a ricordarti della doppietta che ci ha tenuti in piedi quella volta, o della grinta che ci ha messo - lui, 37enne - per raggiungere un secondo posto ormai insperato, c'è la fila.
Ecco, per dire no a Nedved mi basta quel numero: 37. Perché ho imparato che, calciopoli o farsopoli, quei tre là di queste cose ne capivano come pochi E con quei tre, a 37 anni, di spazio per discutere un rinnovo non se ne trovava manco piangendo in ginocchio. Stop.
Sentimento poco, sono d'accordo. Ma dopo tanti inverni passati al caldo grazie al loro metro, loro che di legna per scaldarci, dal padrone, non ne hanno mai ricevuta, ho imparato anche a rinunciare ai sentimenti. Preferisco il caldo, sempre.
E poi, se devo dirla tutta, non è solo il 37. "Lui ama la maglia", dicono i clienti della cartomante. E allora perché raccontarci di un addio, sì, ma "forse", di un addio con l'asterisco, appunto. Di un addio dove i soldi e i ruoli - dice - non c'entrano, salvo ammettere tre giorni dopo che gli hanno offerto di tutto (a parte i soldi), ma non abbastanza, evidentemente.
La maglia è di tutti e di nessuno. E allora tanto vale stringersi la mano, scambiarsi i doni (di qua le vittorie, di là la riconoscenza per aver contribuito a conquistarle) e salutarsi.
Senza essere troppo creduloni. E senza troppi rimpianti.

E' LA TESTA, PRIMA DEL CUORE, A GRIDARE "NEDVED!"

Redfield
Poulsen, Almiron, Tiago. Cannavaro, Del Piero, Camoranesi, Legrottaglie, Zanetti, Trezeguet, Salihamidzic, Zebina, Marchionni e D'Agostino: partiamo da qui, mettendo da parte il cuore ed affidandoci alla ragione dei numeri.
Almeno nove dei giocatori sopracitati saranno juventini la prossima stagione.
Di questi, solo Cannavaro (3766 minuti) e Del Piero (3446) hanno giocato praticamente il suo stesso numero di minuti (3409), nazionale inclusa. Senza nazionale, nessuno di loro ha giocato più minuti di Nedved quest'anno.
Pavel ha segnato 7 gol e realizzato 9 assist. Meglio di lui, in quella lista, solo Del Piero, attaccante e rigorista (21 gol e 15 assist). Amauri (14/4) e Iaquinta (15/5) sono gli unici in tutta la rosa bianconera a vantare cifre simili.
Marchisio e Sissoko hanno per infortunio giocato meno e per questo non rientrano in questi ragionamenti, idem per De Ceglie e Giovinco, che hanno margini di miglioramento. Molinaro, Knezevic e Grygera li teniamo fuori da questa classifica e non serve spiegare il motivo.
Il ceko ha dimostrato un calo rispetto a tre anni fa, è innegabile. Allora con lui su quella fascia giocavano Zambrotta e Ibrahimovic. Oggi ci giocano Molinaro e un Del Piero di 35 anni. A coprire le sue incursioni offensive c'erano Emerson e Vieira. Dopo l'infortunio di Sissoko, Marchisio e Zanetti (non paragonabili comunque ai primi due), sono rimasti Poulsen e Tiago: con loro si è trovato a fare il mediano di interdizione più volte. Dire che Nedved gioca in una squadra meno competitiva di tre anni fa è ovvio. Dire che questo ha comportato maggiori sacrifici è troppo spesso dimenticato.
Stando ai tre principali quotidiani sportivi, Pavel Nedved è stato il centrocampista più completo di questa squadra: terzo per media voto (dietro a Marchisio e Sissoko), primo per realizzazioni, primo per assist, primo per minuti giocati. Difficile chiedere di più a un giocatore di 36 anni.
Per stipendio percepito tra i centrocampisti era superiore al solo Marchisio.
Andava rimpiazzato? Sicuramente, perchè nessuno è eterno. Ma la matematica mi dice che prima, in proporzione al rapporto costi benefici, a partire sarebbero dovuti essere almeno altri otto giocatori che probabilmente vestiranno ancora la nostra maglia.
Per curiosità: Gaetano D'Agostino, l'unico che non è ancora juventino tra quelli che ho citato, batte tutti con 3995 minuti, 11 gol e 11 assist: per questo non arriverà in bianconero o verrà strapagato.
Finchè le alternative a Nedved saranno Poulsen, Tiago, Almiron o qualche ex giocatore sempre infortunato, lui sarà rimpianto.
Pavel Nedved è da Juve? Sì, e per una volta ci si può affidare alla ragione, anche quando basterebbe il sentimento.


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