Juventus: equilibrio finanziario e nuove risorse

andrea johnLa stagione sta per finire, e in giro, sui giornali e nelle TV, è ormai aperta la caccia alla bufala. Molte discussioni e molti articoli senza capo né coda, che hanno l'unica conseguenza di creare nella gente un'enorme aspettativa verso le future mosse della società. Il tifoso deluso vuole i "nomi" per guardare avanti, al futuro, e quasi mai si pone domande specifiche. Ecco allora che assistiamo al festival degli allenatori e dei giocatori, cartucce pronte da essere sparate nelle immancabili discussioni da bar, tra una brioche e un cappuccino. Ma dopo aver posato la tazza sul bancone i problemi della Juventus rimangono, ed è questi problemi che io voglio oggi analizzare, con un particolare occhio alla questione delle risorse economiche necessarie al rilancio della società.

A mio parere la Juventus è attualmente afflitta da tre ordini di problemi. Problemi tecnici, gestionali e strategici. In merito ai problemi tecnici avevo fin da agosto espresso la mia opinione che questa rosa era da sesto/settimo posto. Paradossalmente, poiché il vero obiettivo era arrivare quarti, il problema è proprio nella rosa, visto che Del Neri, pur essendo un allenatore di seconda fascia, con una rosa adeguata avrebbe potuto tranquillamente raggiungere l'obiettivo prefissato.. Il secondo problema, dicevo, è di carattere gestionale. Se la rosa è da sesto/settimo posto la colpa è di chi l'ha costruita, cioè di Marotta e Paratici. Molte scelte discutibili, alcune inspiegabili, su tutte la cessione di Trezeguet. La mia opinione è che Marotta e Paratici non siano adeguati a gestire l'area tecnica di una società come la Juventus. Oltre a ciò persistono in società ancora alcune scorie della precedente gestione, una su tutte, Jean-Claude Blanc. Quel signore francese che prima o poi dovrà spiegare al mondo come mai in uno stadio all'avanguardia ci sono otto tiranti, ai quattro angoli del campo da gioco, che tengono ferma la copertura dello stadio. Praticamente è come se i telefonini di ultima generazione avessero la ghiera rotante al posto del touch-screen. Io la mia opinione me la sono fatta, ma aspetto che sia lui a spiegarcela, prima della prossima assemblea, ovviamente, dove avrò il piacere di porgergli la domanda personalmente, e dove dubito che riuscirà a fornire una spiegazione degna di essere considerata tale. Baguette e sospiri, il solito copione del francese, con lo sguardo dritto verso l'orizzonte della sala e la speranza che il tutto finisca presto. Ho apprezzato Andrea Agnelli per alcune cose. L'ho criticato per molte altre, e in particolare sulla questione Blanc io credo che il presidente debba dimostrare a tutti che la musica è veramente cambiata, rispedendo alla svelta il tennista al Roland Garros. Anche a costo di rimetterci soldi che, a conti fatti, se serviranno a cacciarlo, saranno ben spesi!

Oggi però voglio soffermarmi sul terzo tipo di problema, il più importante a mio parere, quello "strategico". Per spiegarmi meglio mi servo della definizione accademica di "strategia":

Una strategia è la descrizione di un piano d'azione di lungo termine usato per impostare e successivamente coordinare le azioni tese a raggiungere uno scopo predeterminato. La strategia si applica a tutti i campi in cui per raggiungere l'obiettivo sono necessarie una serie di operazioni separate, la cui scelta non è unica e/o il cui esito è incerto. La parola strategia deriva dal termine greco στρατηγός (strateghós), ossia "generale". La strategia si contrappone alla tattica, che ha invece lo scopo di pianificare al meglio la singola azione e deve tener conto di tutti i vincoli pratici e contingenti di essa. Cambiare tattica nel corso delle operazioni è normalmente possibile senza grossi problemi, e anzi è spesso vantaggioso per adattarsi a situazioni nuove o per ottenere la sorpresa sul nemico; cambiare strategia invece è di solito difficile e costoso, perché impone una riorganizzazione profonda e la modifica o l'abbandono degli strumenti/armamenti/organigrammi usati.

Ora, costruire una squadra competitiva, anno per anno, fa parte della tattica. Invece il reperimento delle risorse con le quali impostare i "piani di azione di lungo termine" è una questione di ordine strategico. Giraudo, dopo aver tenuto a galla la baracca per 12 anni solo grazie alle sue capacità manageriali e a quelle calcistiche di Luciano Moggi, aveva posto il problema in maniera chiara proprio poche settimane prima dello scoppio di Farsopoli. Aveva spiegato che per andare avanti ad alti livelli, e magari consolidare la crescita e la competitività della squadra, andava impostato un piano d'azione di lungo termine. Quello che accadde poi lo sappiamo tutti. Le risorse che Giraudo invocava nel 2006 l'anno dopo furono messe a disposizione dei generali sbagliati, Cobolli Gigli, Blanc e Secco.

Il problema della Juventus è quindi di carattere strategico, perché al 30 giugno la società chiuderà in forte perdita (circa -70 mln dalle mie stime) e quindi si porrà il problema di come reperire le risorse per impostare un nuovo piano di azione di lungo termine. Lo stesso presidente Agnelli, nel corso dell'Assemblea degli Azionisti dello scorso ottobre, aveva preannunciato la revisione del fallimentare piano industriale di Blanc, posponendo la questione ai primi mesi del 2011. Di questa revisione al momento non vi è traccia e io sono convinto che l'intoppo stia proprio nella questione delle risorse economiche che, non potendo essere reperite all'interno della società perché ormai spolpata degli asset immobiliari (a parte lo stadio) e in grave crisi di ricavi, devono essere fornite o dagli azionisti o dal mercato finanziario.

Quali sono dunque i possibili strumenti che la Juventus potrebbe utilizzare per reperire il denaro necessario a finanziare la sua strategia di lungo termine?

1) Aumento di capitale: è la strada che fu percorsa nel 2007. Stabilito l'ammontare del nuovo capitale da versare, ogni azionista, grande e piccolo, partecipa pro-quota alla ricapitalizzazione. Un consorzio di banche garantisce l'inoptato. Per ogni 100 lire di aumento di capitale deliberato, Exor ne deve mettere 60, senza avere nessuna certezza in merito alla remunerazione del capitale e soprattutto senza alcuna garanzia nemmeno sul valore futuro dell'investimento. Le azioni oggetto dell'aumento di capitale del 2007 furono emesse a 1,30 euro ciascuna, oggi valgono poco più di 0,80 Eur. Questa soluzione, a quanto mi risulta, è al momento fortemente osteggiata dai vertici Exor, che prediligono investimenti con remunerazione meno aleatoria e in settori con dinamiche di business più stabili. Proprio in questi giorni peraltro John Elkann, a margine dell'Assemblea Exor, ha dichiarato che "qualora ce ne sarà bisogno Exor non farà mancare il sostegno alla Juventus". Scopriremo presto cosa intendeva dire.

2) Prestito Obbligazionario: la Juventus per finanziarsi potrebbe emettere un prestito obbligazionario pluriennale sottoscritto da Exor, oppure in parte da Exor e in parte da investitori istituzionali. Questo prestito verrebbe restituito in rate annuali comprensivo di interessi, fino al completo rimborso. Questa strada, se da una parte aggrava ulteriormente l'indebitamento (e la sottopatrimonializzazione) della società, dall'altra consente però ad Exor di avere la certezza (in realtà la "quasi" certezza) di rientrare dei suoi soldi in un lasso di tempo predeterminato.

3) Prestito Obbligazionario Convertibile
: è una soluzione molto simile alla precedente, con in più un'opzione, per i sottoscrittori del prestito, di tramutare il loro credito nei confronti della società in capitale vero e proprio, cioè in azioni. Questa potrebbe essere una soluzione interessante per Exor, che così avrebbe l'opportunità, qualora il titolo in Borsa dovesse cominciare a salire, di realizzare consistenti guadagni. Allo stesso modo, qualora le obbligazioni venissero convertite in capitale, la società vedrebbe accrescere la propria base patrimoniale e ridurre il proprio indebitamento di lungo termine.

4) Aumento di Capitale riservato a un nuovo socio: a mio parere sarebbe la soluzione ideale, se ce ne fosse la possibilità. Come ho spiegato altre volte ritengo che Exor non giudichi la Juventus come una partecipazione strategica e quindi non mi meraviglierei se, nel corso degli anni, l'impegno venisse ridimensionato o addirittura azzerato. L'ingresso di un nuovo socio sarebbe il primo passo verso questa storica svolta.

5) Cessione del Marchio in Leasing:
la valorizzazione di un asset intangibile come il marchio è una strada che altre società in passato hanno percorso, prima fra tutte proprio la Sampdoria nel 2004, con amministratore delegato Marotta. L'operazione consiste nella cessione del marchio ad una società controllata e il contestuale "affitto" dello stesso alla controllante a fronte di un canone annuo pluriennale. Questa pratica consente di far emergere nell'esercizio corrente una forte componente di ricavi straordinari, ma allo stesso tempo è una tipologia di operazione che eticamente va nella direzione opposta a quella indicata dalla nuova normativa sul Fair play finanziario. Per anni ci siamo vantati di non aver mai fatto questo tipo di magheggi. Speriamo di continuare a vantarcene!

6) Chiedere risarcimento alla FIGC: ovviamente questa è una provocazione, ma è evidente che nel 2006 la FIGC e i suoi organi di giustizia hanno cagionato un grave danno alla società, sulla base di documenti di indagine incompleti e di parte, come dimostrato nel corso del dibattimento a Napoli e come rivelato anche dallo stesso Borrelli nel corso dell'audizione al Senato dell'autunno del 2006. Non credo ci sia da aggiungere altro.

Potrebbe anche darsi che la società, sentito l'azionista di maggioranza, decida di non fare nulla e di andare avanti senza nuove risorse finanziarie. Questa è un'ipotesi remota, a mio parere, che, qualora dovesse verificarsi, potrebbe scatenare eventi imprevedibili; non mi meraviglierei, in quel caso, che Andrea Agnelli decidesse di mollare. Quel che è certo è che in questi giorni si deciderà il futuro della Juventus. La mia opinione è che ci sia bisogno di almeno un centinaio di milioni nella forma di cui al punto 1) o al punto 4), e cioè quella di un aumento di capitale classico che consenta alla società di recuperare il suo equilibrio gestionale e patrimoniale. Non fatevi abbagliare dai discorsi degli extraricavi da stadio che Blanc, nelle sue rare apparizioni, dà in pasto ai giornalisti. Quelli, se ci saranno, serviranno in primo luogo a rimborsare le rate del mutuo contratto per la costruzione dello stadio e in seconda battuta per far fronte alla forte riduzione dei ricavi da diritti televisivi causata dalla nuova ripartizione collettiva.

Le prossime settimane quindi saranno decisive per il futuro della Juventus. Capiremo presto quali sono le reali intenzioni dell'azionista di maggioranza. E capiremo se vogliono fare sul serio o rassegnarsi a un futuro da squadra con i conti in ordine e la bacheca vuota.