Due pesi e due misure. Come sempre

Abete e Moratti5 luglio 2011.
Palazzi si era appena espresso in merito alle telefonate sparite riguardanti l’Inter.
Come sempre quando si tratta di giudicare qualcuno che non sia la Juve, il solerte procuratore federale se l'era presa con molta calma, tanto da giungere alle conclusioni (articolo 6, illecito sportivo) a prescrizione ormai avvenuta.
Tutto nella norma, comprese le reazioni.
Ecco Massimo Moratti, O.P.P. (Onestissimo Presidente Perbene).
Queste accuse sono brutte… Io proprio sinceramente, tranne la mia persona, che è di conseguenza, ma, minimamente che Facchetti venga considerato così come è stato considerato in queste accuse è talmente una cosa offensiva, grave e stupida che chiunque lo conosca, i tifosi dell’Inter lo conoscono perfettamente, i signori che saranno seduti intorno a quel tavolo per decidere non so che cosa lo conoscono perfettamente. Non c’è nessun elemento nuovo, stanno giudicando quello che avevamo già visto e che qualcun altro aveva giudicato come del tutto poco sussistente e poco importante. Mi è sembrato un attacco molto grave e pesante nei confronti della Società, inaccettabile, totalmente inaccettabile. Posso dire chiaramente ‘Palazzi si sbaglia, si sbaglia proprio’, questo è un attacco del Pm e vabbè, senza processo, questa cosa… uno può dire quello che vuole, io non l’accetto, non l’accetto nella maniera più assoluta, l’Inter non accetta questa cosa. E quello che fa di tutto un cattivissimo gusto è che sia coinvolto Facchetti. Non lo faccio perché sia una persona che non c’è più, ma perché è una persona che non c’è più che io ammiro e stimo per la sua onestà e siccome in questo momento viene usato e giocato diversamente non stimo per niente chi ha fatto questa cosa. L’Inter si muoverà difendendosi tranquillamente, non vi preoccupate. Io lavoro per i miei tifosi, non per quella gente lì”.

Risposta quasi immediata di Abete, in versione “’albero di Natale”, definizione mai così azzeccata:
"Deferire Moratti? Le sue dichiarazioni non sono lesive, tutti hanno la libertà, o il diritto-dovere di esprimere delle posizioni. Siano di critica o di supporto o negative, le posizioni sono tutte legittime".
Semplice, conciso, regolarmente dimesso come gli capita quando deve commentare le parole di "certi" presidenti.

3 agosto 2012.

Andrea Agnelli risponde dal sito ufficiale della Juventus in merito all’esito parziale della farsa perpetratasi in questi mesi, farsa che vede ancora una volta danneggiato il club bianconero.
Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale. Per molto tempo e con grande senso di responsabilità la Juventus e i suoi tesserati hanno mantenuto un atteggiamento sereno e coerente rispetto alle Istituzioni e rispetto ad atteggiamenti che, fin da subito, suggerivano che fosse in atto un nuovo attacco ai suoi danni e ai danni dei suoi tesserati. Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi. Questo è paradossale e non può essere accettato. La decisione di ieri della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC, che ha opposto un non motivato rifiuto al patteggiamento già ponderato e sottoscritto dal Procuratore Federale, è la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera. Rilevo nuovamente l'incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all’onorabilità. La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio. Sarà una stagione complessa ed impegnativa, ma la concentrazione sulle prestazioni in campo della Squadra da parte di tutto il nostro ambiente rimane alta con l'obiettivo di confermarci vincenti a maggio 2013.

Questa la risposta della FIGC, quindi di Abete, stavolta molto più autoritario e disinvolto rispetto ad un anno fa.
"La FIGC e i suoi Organi operano con correttezza nel pieno rispetto delle norme statutarie che garantiscono l’indipendenza e l’autonomia della Giustizia Sportiva così come disciplinata dall’Ordinamento Sportivo Nazionale: le valutazioni del Presidente della Juventus Andrea Agnelli non sono accettabili e vanno al di là di un legittimo esercizio del diritto di critica. Contrastano peraltro con le dichiarazioni rilasciate in data 26 luglio attraverso il sito della Società) nelle quali la naturale amarezza per i deferimenti già intervenuti era - nelle parole dello stesso Agnelli - “mitigata dalla consapevolezza che le regole del processo sportivo arriveranno a fare chiarezza nel corso di questa partita che si svolge innanzi a vari gradi di giudizio”.".

P.S.
Qualcuno, in seguito a questo botta e risposta, ha voluto segnare un punto a favore della FIGC.
In realtà, ciò che emerge dal comunicato federale si può contrassegnare con due semplici caratteristiche: parzialità ed arroganza.
Parzialità nel rispondere con toni molto diversi (accomodante, quasi prono, nei confronti di Moratti; deciso, minaccioso nei riguardi del presidente juventino) alle sollecitazioni dell'interlocutore chiamato in causa.
Arroganza, per il modo quasi irridente con cui la FIGC sottolinea le contraddizioni in cui cadrebbe Andrea Agnelli.
Mentre Agnelli anche nel comunicato aveva evidenziato quanto la posizione della Juventus sia sempre rimasta rispettosa (coerentemente con la linea societaria) delle decisioni della giustizia sportiva, nonostante già in passato motivi per prendere altre strade ce ne fossero stati (a milioni...), la Federcalcio preferisce concentrarsi sulla durezza di certe (condivisibilissime) frasi che a Via Allegri non sono state ben metabolizzate.
Coda di paglia?