La Juve dichiara guerra alla Figc: danni per oltre 443 milioni e commissariamento.

News, 15 novembre 2011.

La Juve chiede alla FIGC 443.725.200 euro per i danni ingiustamente patiti a "seguito dell'illecita condotta tenuta"; l'Inter danno collaterale. La Juventus ha chiesto anche il commissariamento della Federazione. Andrea Agnelli: Abbiamo semplicemente dato corso a qualcosa che avevamo annunciato il 10 agosto: alcune istituzioni hanno l'abitudine a far trascorrere i termini, altre no. Moratti: Richiesta ridicola. E non mi passa neanche per la testa di cedere lo scudetto (di cartone). Abete: La Juve poteva scegliere un altro giorno per presentare il suo ricorso, questo era dedicato a Facchetti. Platini spinge il Fair Play Finanziario, ma teme i tribunali. Il Sion dichiara una nuova guerra contro la Fifa.

La richiesta della Juve alla Figc è di 443.725.200 euro - In merito al ricorso presentato dalla Juve al Tar del Lazio, dal sito web di Repubblica si apprendono ulteriori particolari, desunti dalle oltre cento pagine che compongono il ricorso stesso, sulla quantificazione dei danni: "La quantificazione dei danni ingiusti patiti dalla Juventus Football Club s. p. a in conseguenza dell’illecita condotta tenuta dalla F.I.G.C. è pari ad euro 443.725.200“. In dettaglio:
- 79,1 milioni di euro è costata la mancata partecipazione alle coppe europee;
- 60 milioni di euro è il danno derivato dalle cessioni sottocosto di giocatori svalutati a causa della retrocessione in serie B. Entrando nei dettagli, il club evidenzia che la perdita di valore dei giocatori inseriti nella prima squadra e la richiesta da parte di alcuni di loro di essere ceduti al fine di poter partecipare con altre società calcistiche alle competizioni sportive più prestigiose ha causato consistenti minusvalenze: In particolare, aver dovuto svendere Ibrahimovic avrebbe causato 44,7 milioni di euro per mancata plusvalenza: la cifra è “pari alla differenza tra il corrispettivo della cessione del calciatore Ibrahimovic alla Società Football Club Internazionale Milano s.p.a.", cioè 24,8 milioni, "ed il corrispettivo della cessione del medesimo calciatore da quest’ultima al Barcellona F. C.", cioè 69,5 milioni. A questi 56,8 milioni vanno ad aggiungersi 3,2 milioni di euro di danno derivato dalla cessione di altri elementi importanti della rosa, come Cannavaro, Emerson e Zambrotta ("mancata prestazione sportiva" );
- 41,5 milioni di euro ”dai mancati e/o ridotti introiti derivanti dalla cessione dei diritti televisivi per l’ormai persistente mancanza della Champions League e della costante riduzione dell’attrazione commerciale e delle sponsorizzazioni”;
- 110 milioni di valore di perdita di valore del marchio Juve;
- 20 milioni di euro, derivanti dal ritardo nella costruzione e nell'apertura del nuovo stadio di proprietà, ritardo che avrebbe cagionato "un danno da perdita del margine sugli incassi da vendita dei biglietti, che la Società ricorrente ritiene di quantificare in euro 20 milioni, 10 milioni per ciascuna stagione sportiva di ritardo";
- 133 milioni circa di calo del titolo azionario: "il calo del proprio titolo azionario, nei dodici mesi successivi a 'Calciopoli 2006', è andato oltre il limite fisiologico del deprezzamento generale, riferito alle società calcistiche quotate in Borsa nel corso degli ultimi anni. In particolare, in seguito alla negligenza della F. I. G. C., la quale ha colpevolmente portato a conoscenza degli organi di stampa solamente le intercettazioni riguardanti la Società ricorrente, il valore del titolo azionario è sceso da euro 2,10 ad euro 1,00". Pertanto, l'ammontare complessivo di questa singola voce "deve essere quantificato in euro 133.025.200".

La Juventus chiede il commissariamento della Figc - Ma la guerra che la Juventus ha scatenato contro la Figc non si è fermata alla richiesta danni. Infatti il club bianconero ha depositato anche un esposto al prefetto di Roma in cui chiede di
- esercitare i poteri di controllo e vigilanza sulla Figc;
- ordinare l'immediata sospensione del provvedimento del Commissario Straordinario della Figc, l'avvocato Guido Rossi, in data 26 luglio 2006 e della delibera del Consiglio Federale in data 18 luglio 2011;
- ordinare lo scioglimento del Consiglio Federale della Figc, nominando un Commissario Governativo.

Andrea Agnelli: 'Alcune istituzioni hanno l'abitudine a far trascorrere i termini, altre no' - Questa l'intervista rilasciata da Andrea Agnelli, dopo aver ritirato il 35° 'Premio Internazionale Sport e Civiltà'.
D: E' un'occasione importante questa del premio ma è anche un'occasione importante quello che sta succedendo al di fuori di Parma,quello che avete fatto anche oggi.
Agnelli: Oggi credo che si stato semplicemente il follow up di qualcosa che avevamo dichiarato il 10 agosto in occasione della conferenza stampa che abbiamo tenuto. Si vede che in questo paese non tutti poi mantengono quello che dicono, noi oggi abbiamo semplicemente dato corso a qualcosa che avevamo ampiamente descritto, consegnato a tutti voi, una lista con sette azioni, oggi se n'è compiuta una di queste.
Domanda: Il Presidente della Figc Abete è stato un po' morbido rispetto a quel che avete fatto, ha detto: ' E' una cosa giusta, però sostanzialmente è una cosa che riguarda la Juventus e non noi.
Agnelli: Ma guardate non so bene... una cosa che riguarda la Juventus senz'altro. E' un atto che però va a verificare quelli che sono stati gli atti amministrativi compiuti dalla Federazione nel 2006 e nel 2011.
Domanda: Il Presidente Abete ha parlato anche un po' di mancanza di stile perché oggi era la giornata dedicata a Facchetti; ha detto: 'La Juventus poteva aspettare un giorno'.
Agnelli: Eh ma alcune istituzioni hanno l'abitudine a far trascorrere i termini, altre no.
Domanda: Moratti anche è stato critico nei vostri confronti...
Agnelli: Eh beh ci mancherebbe altro.. che non fosse critico nei nostri confronti. Da questo punto di vista però a me piace ricordare che l'Inter è un danno collaterale, come avuto modo di dire prima. Quella che è la nostra ricerca per la parità di trattamento va verso chi ha giudicato nel 2006 e nel 2011. Quindi quello che noi abbiamo bisogno è di fare chiarezza con la Federazione Italiana Gioco Calcio.
Domanda: La sua però è una posizione molto chiara che ha il sostegno di tutti i tifosi juventini. Da questo punto di vista Lei si sente appunto appoggiato...
Agnelli: Ma è una questione di chiarezza per quella che è la necessità della Società Juventus di fare chiarezza su quelle che sono state le azioni compiute nel 2006 e nel 2011: dell'una, l'altra. O s'è sbagliato prima o s'è sbagliato dopo.

La reazione di Moratti - La notizia del ricorso della Juve al Tar è deflagrata mentre Moratti, dopo il saluto del presidente, assieme al fido Abete, partecipava, nella sala Buzzati della Rcs, alla consegna a Michel Platini del premio Facchetti, ideato dalla Gazzetta e dalla famiglia Facchetti. La cerimonia, introdotta dal saluto del presidente di Rcs Piergaetano Marchetti, è proseguita con un'intervista al presidente dell'Uefa da parte di Fabio Licari, con i discorsi di Moratti e di Gianfelice Facchetti: poi la notizia, che non ha fatto piacere né al presidente dell'Inter né a quello della Figc, ancora una volta a braccetto.
La reazione di Moratti a caldo: "I nostri legali capiranno di più questo desiderio della Juve di attaccare". E sul fatto che il ricorso potesse essere stato un'azione ad orologeria da far esplodere in coincidenza col Premio Facchetti: "Non credo che il cattivo gusto arrivi fino a questo punto".
La reazione di Moratti a freddo: "La Juve ha chiesto 443 milioni di euro? Sono tanti, ma non entro in questa cosa perché se devo essere sincero la trovo anche ridicola". Alla domanda se, alla fine di tutto, sarebbe disposto a cedere lo scudetto 2006: "Non mi passa neanche per la testa".

La reazione di Abete - Alla notizia della presentazione del ricorso al Tar così ha reagito il presidente federale Abete (e il meglio doveva ancora arrivare): ''E' una scelta legittima, ognuno si assume le responsabilità delle scelte che fa. La Federazione le assume serenamente perché ha la coscienza di operare senza nessuna situazione che non sia collegata al rispetto dei ruoli e al fatto di seguire le vicende nell'ambito del rispetto delle norme vigenti con, ovviamente, una grande considerazione per tutti i protagonisti di queste vicende che datano dal 2006 e che, naturalmente, permarranno ancora, purtroppo, per diversi anni. Su questo versante nessuna sorpresa: c'è un po' di sorpresa invece, e anche tanta amarezza, per il giorno che è stato individuato per la presentazione del ricorso. C'era qui il premio che ricordava Giacinto Facchetti con la presenza dei vertici dell'Uefa, con una presenza istituzionale con la presenza del presidente del Coni. Al di là delle diverse posizioni, questa rimane una giornata di festa, di riconoscimento per una grande persona. Poteva essere individuato un giorno diverso. Ciò posto, ognuno ha il suo stile, ha la sua coerenza e, quindi, oltre un certo livello vanno rispettate le decisioni di un grande club come la Juventus. In un momento come questo, a mio avviso, bisogna lavorare nella direzione di cercare di dialogare e non di chiudesi in posizioni che sono, ovviamente, di parte, da parte dei vari soggetti legittime ma, comunque di parte''.

Anche Platini teme i tribunali - Michel Platini, nel corso della cerimonia in cui è stato insignito del premio 'Facchetti', non ha voluto commentare la 'bomba' sul ricorso al Tar da parte della Juve; ha detto che son cose della Juve, che l'esposto all'Uefa è stato respinto, perché "non è una cosa nostra, dell'Uefa, son cose nazionali". Ma di altre questioni ha parlato, in primis di quel Fair Play Finanziario a lui tanto caro: “Il fair-play finanziario è una cosa importantissima. Nel 2011, quando tutto il mondo fa sacrifici, non capisco perché il mondo del calcio dovrebbe avere dei debiti. Il concetto è semplice. Non bisogna spendere più soldi di quanti non se ne incassino. Il calcio professionistico perde più di un miliardo all’anno e soltanto in Europa. Non capisco come possa essere. Doveva esserci un coglione, cioè io, che decidesse di dire basta. Ho parlato con i vostri dirigenti e anche con il vostro primo ministro fino a ieri, Berlusconi. Tutti erano d’accordo e credo che sia la prima volta. Per questo ho deciso di farlo. Bisogna fare attenzione alle spese, i club sono con noi e andremo avanti sino alla realizzazione di questo progetto morale ed etico molto importante. Attraverso i conti dei club capiremo cos’è che non funziona. Non siamo qui per distruggere le società, ma per aiutarle. Se no, credo che molti club spariranno. Le banche non aiuteranno le squadre di calcio in un momento in cui la gente soffre la fame”. Però chiede tutela, perché le sagome dei tribunali si stagliano minacciose all'orizzonte (caso Sion insegna): “Io sono sempre stato un attaccante, ma adesso devo giocare in difesa. Questo farà piacere a Trapattoni, che mi ha sempre voluto in difesa. Io penso che dobbiamo essere protetti sulle cose che dobbiamo fare. Se mettiamo fuori delle società perché non rispettano il fair-play finanziario e loro fanno ricorso in tribunale, sarà un problema per tutti. Ci sono delle discussioni con la commissione europea, molto importanti. Bisogna vedere con la Svizzera, che ha dei tribunali strani per noi ma legittimi. Dobbiamo fare attenzione ed essere protetti”.Ha parlato anche dell'innovazione degli arbitri di porta, che a lui piace, mentre piace di meno a Blatter: “Non so se questa idea verrà accolta dalla Fifa. Blatter non è convintissimo perché non è un’idea sua. Lo capisco benissimo. Io penso che sia una buona idea. Sono contro alla tecnologia nello sport e nel calcio in particolare, ma gli arbitri devono essere aiutati. Ho sempre pensato che un direttore di gara non basta e quindi abbiamo pensato a questa soluzione con l’International Board. Vedremo dopo l’Europeo, ma per me è una bella soluzione. Anche se la gente crede che la giustizia venga soltanto dalla tv. Io non ci credo perché sono stato sul campo e so come vanno le cose. Sul gol non gol non credo che serva la tecnologia perché c’è l’arbitro di linea. C’era già negli anni Venti e se non vedesse un gol da un metro sarebbe clamoroso. Collina ci sta aiutando parecchio e gli arbitri sono d’accordo”.

E adesso il Sion dichiara guerra alla Fifa - In attesa di risolvere con l'Uefa il suo contenzioso in merito all'esclusione dall'Europa League, Christian Constantin ha nel frattempo dichiarato guerra alla Fifa. Perché? Intende ottenere un risarcimento dalla Fifa e dalla Nazionale serba in seguito all'infortunio ai legamenti crociati del ginocchio destro subìto dal giocatore del Sion Dragan Mrdja, che rimarrà fuori per sei mesi. Così ha tuonato Christian Constantin a 'Le Nouveliste': "Scriveremo alla Fifa e alla Federazione serba per essere indennizzati di diversi milioni di euro. Non mi faccio illusioni, riceveremo un rifiuto da entrambe. Occorrerà allora aprire un'azione legale come aveva fatto il Charleroi in seguito all'infortunio di un nazionale camerunese. Un risarcimento da parte della Fifa aveva messo fine alla lite. Anche il Bayern ha appena ottenuto un'azione riparatoria da parte della Fifa (un'amichevole Bayern-Olanda all'Allianz Arena il prossimo 22 maggio, ndr) in seguito all'infortunio subìto da Robben. Bisogna regolamentare questo problema dell'obbligo di mettere a disposizione i giocatori per le Nazionali, senza indennità, e poi del loro rientro nel club son gravi infortuni. Non parlo dei guai che comportano una pausa di tre settimane, ma di quelle che provocano assenze di parecchi mesi con conseguenze sulla carriera del giocatore. Bisogna regolamentare ciò".


Foto Gallery