Buffon furente e offeso: Basta paternali! Dopo l'errore col Lecce si pensò ad una scommessa!

News, 31 maggio 2012.

Buffon: Ho avuto un'ulteriore prova che le persone perbene non possono dire il loro pensiero; e mi devo sentire da altri quando è il caso di parlare e quando no. Buffon: L'altro giorno alle sei le telecamere erano già a Coverciano e cinque minuti dopo un interrogatorio tutti sanno quello che hai detto: è una vera vergogna! Buffon offeso: Dopo l'errore fatto col Lecce ci si chiese se per caso avessi scommesso. Il procuratore De Martino non ritiene utile sentire Buffon: Se è a conoscenza di fatti specifici si presenti lui, ma i commenti non mi interessano. Le accuse a Conte: a quanto pare in quella famosa riunione tecnica nessuno ha sentito quel che dice di aver sentito Carobbio. Calcioscommesse: Mauri e Milanetto negano, Turati confessa. La Uefa ha escluso i turchi del Besiktas dall'Europa League per problemi economici.


Buffon: Le persone perbene non possono parlare - Era un fiume in piena il Buffon visto e sentito in conferenza stampa. Legittimamente risentito e incazzato il giusto, ha detto la semplice verità che è davanti agli occhi di tutti: essere onesti non paga. "Non posso dire quello che realmente il mio cuore e la mia mente pensano - ha esordito - perché è innegabile che abbiamo avuto, anzi, ho avuto, parlo in prima persona, l'ennesima conferma che è così: che alla fine le persone perbene, che per quel che riguarda certe situazioni hanno la coscienza a posto e non hanno scheletri nell'armadio, non possono dire il proprio pensiero. E ho appurato anche questa volta che è così". E a chi gli chiedeva se davvero considerasse uno svantaggio l'essere sinceri in un mondo ipocrita ribatteva: "Questa è un'interpretazione che dai tu, nel senso che il mondo non è né ipocrita, né buonista, nè moralista; il mondo sta andando come sta andando e sta andando penso anche abbastanza male. Detto questo, io credo che la prima cosa da preservare sia sempre la democrazia, la libertà. compresa quella di pensiero degli altri. E per cui uno di conseguenza accetta le critiche, accetta tutto quello che ne scatena, però nella vita bisogna anche prendersi delle responsabilità e me le sono sempre prese. Quello che dispiace è che alla fine gente come vuoi, che conoscete il calcio e lo frequentate da millenni.... poi mi tocca sentirmi delle paternali che realmente... ma non ti deludono, perché a questo punto se avete la forza di fare certe paternali non stiamo neanche a parlare. Chiedetemi del risultato, della partita e basta". E non rinnega quanto detto l'altro giorno, né intende farsi imporre dall'esterno il momento di parlare o stare zitto; questa la risposta a chi gli chiedeva se davvero fosse il caso di fare quelle dichiarazioni: "Ma il caso me lo dovete dire voi? Siete voi che mi dovete dire quando è il caso? Spiegatemelo. Io non devo dire quello che volete voi. Altrimenti vi fate le domande e vi date le risposte. Punto. Quando tocchi certi argomenti non è mai il momento giusto, è sempre il momento sbagliato. Ma in un momento di grande caos secondo me è anche giusto fare delle distinzioni tra determinati comportanti che possono essere discutibili, ma magari non sportivi, e comportamenti da criminali truffaldini con alle spalle le organizzazioni criminali. Cavolo, se non capite quello, di che cosa parliamo? Spiegatemelo, spiegatemelo di che cosa parliamo. Avete messo sullo stesso piano... la mia risposta era riferita a un episodio che è successo ad Antonio Conte, che sembra aver detto... non lo so se poi l'ha fatto, non mi interessa.... e uno che sapendo di determinati risultati andava a scommettere con un'organizzazione criminale alle spalle. Li avete messi sullo stesso piano, ditemi se è giusto, se è giusto e corretto lavorare in questa maniera. Se è giusto va benissimo così".

Buffon: Di Martino mi sentirà? Questo dovete dirmelo voi? - Ma le sue rampogne al mondo dei media e a come funziona tutta la baracca non finiscono qui. Perché quando gli si chiede se risponde a verità la chiacchiera che vuole Di Martino ansioso di sentirlo, prorompe: "Quello me lo dovete dire voi, perchè tutte le cose qua si apprendono da voi, il brutto è questo: che i diretti interessati non sanno mai niente, lo sapete prima voi, dei giorni prima. Per cui io lo chiedo a voi: è vero? Boh. Datemi una risposta. Questa è l'Italia. Ditemelo voi". E continua: "E' inutile articolare pensieri e concetti per cercare di migliorare determinate situazioni, perché tanto non serve a niente. Quello che è interessa in un momento come questo di grande caos è cercare solo di far aumentare la polemica e possibilmente che ci sia qualcuno da mettere alla gogna. Questo è quello che interessa. Preso atto che accade questo, inutile fare discorsi etici e filosofici, perché in questo momento non vi interessa. Vi interessa sapere solo se interrogheranno Criscito, Bonucci, Buffon, Prandelli e compagnia. E' inutile che perdiamo tempo con domande retoriche". E tutto è in funzione dell'audience e dello 'spettacolo': "Visto che si parla sempre, uno sa e non sa, alle sei del mattino ci sono le telecamere davanti Coverciano. Caso strano. Incredibile. Cose che lasciano interdetti. Per non spettacolarizzare la cosa, mi raccomando". E rincara la dose: "La cosa grave è che dopo un interrogatorio, dieci minuti tutti sanno quello che hai detto; questo non va bene. Il problema è che voi con tre-quattro mesi d'anticipo sapete le cose... è questa la gravità di tutto il discorso. Oppure che uno va a fare un interrogatorio e dopo dieci minuti tutti sanno già quello che ha detto. E' questa la cosa grave. E non è una cosa normale. E per voi è normale? Non è normale. Perché se io vado a un interrogatorio a parlare con il pm, dopo dieci minuti nessuno deve sapere quello che io ho detto. Invece in Italia si sa dopo cinque minuti, non dopo dieci. E ' quella lì la vergogna, quella lì è la vera vergogna".

Buffon offeso: Dopo il Lecce mi chiesero se avessi scommesso - Rivendica il possesso di un codice etico interiore, il vero valore che possa impedire di cadere in certe colpe: "E' questione di avere dentro di sé dei valori etici sportivi importanti oppure no. Io penso che anche se avessi giocato nelle squadra più scarsa del mondo, non avrei mai fatto certe cose perché dai miei genitori, che sono stati atleti, ho ricevuto un'educazione di un certo tipo e mai l'avrei fatto".
Ha fiducia nell'attività del pm "perché - dice - non c'è nulla di peggio che speculare sulla vita e sulla dignità delle persone e te lo dice uno il giorno dopo la partita col Lecce, nella quale ho fatto un errore, ha ricevuto da un giornalista un messaggio che diceva 'sai che sul web dicono che tu hai scommesso sulla partita e hai fatto quell'errore'. Qua, ma capisci la vergogna delle persone a cui ci rivolgiamo. Perché se una persona è talmente tarata, talmente maliziosa da pensare una cosa simile, vuol dire che è inutile che io venga qua a parlare, a portare dei concetti... potrei parlare di morale, di virtù e quant'altro, è già persa in partenza, non perdiamo tempo, parliamo di partite, di goal e non goal, perché veramente sono offeso che.. boh.. ti disarmano... ti disarmano... è disarmante".
Di perdere Conte non ha alcun timore: "Non l'ho preso neanche in considerazione anche perché da quello che ho letto e sentito da lui stesso, le accuse rivoltegli non sono così forte".

Di Martino: Perché dovrei sentire Buffon? - Roberto Di Martino non è evidentemente d'accordo con quei media che avevano preconvocato, in vece sua, Gigi Buffon, alla luce delle affermazioni fatte dal numero uno campione d'Italia nell'intervista rilasciata sabato a Sky: "Ognuno può dire quel che vuole, non ho bisogno di convocare nel mio ufficio. Buffon. Una presenza superflua. Non è prevista da parte mia la sua convocazione. Se Buffon è a conoscenza di qualcosa di specifico, di fatti o, come dice lui, di morti o feriti prenda l'iniziativa e venga a dirmi quello che sa. Se si tratta di commenti non mi interessano".
Spiega le ragioni della tempistica adottata: "Abbiamo lasciato finire il campionato senza intervenire, per lasciar finire tranquillamente il torneo a Conte e alla Juventus". Però, pur capendone lo sfogo, non può accettare l'amara critica di Conte per non essere stato sentito prima di essere iscritto nel registro degli indagati e di subire la perquisizione: "Capisco lo sfogo di Conte ma nei suoi confronti non potevamo agire diversamente. Non si può mandare un'informazione di garanzia e poi dar seguito ad una perquisizione, lui queste cose non le sa e per questo lo capisco. La perquisizione quindi doveva essere fatta per forza con quelle modalità. In ogni caso capisco le reazioni dei protagonisti e non mi provocano nessuna reazione particolare".
Non si nasconde infine le difficoltà dell'impresa cui si è accinto: "Le partite da mettere sotto la lente sono davvero tante, E' come cercare di svuotare il mare con un cucchiaino. Io da solo non posso più proseguire in un lavoro di tale grandezza. Per questo prima o poi dovrò chiudere questa inchiesta, anche perché ho più di tremila processi arretrati da portare avanti".

Chi accusa Conte? - A quanto pare, solo Carobbio. Perché tutti gli altri, dai giocatori ai componenti lo staff tecnico e dirigenziale, smentiscono qualsiasi combine. Ma Carobbio è un 'pentito', gli altri forse non hanno semplicemente nulla di cui pentirsi, non hanno colpe da farsi perdonare e per le quali raccattare a destra e a manca sconti di pena.
Partiamo dal pregresso: di fronte all'accusa del solo Carobbio vi è la parola di Conte, del suo vice Stellini. del direttore generale Perinetti, del direttore sportivo Faggiano e dell'allora team manager Pignotti, nonché dei giocatori Coppola, Ficagna, Mastronunzio, Terzi, Vitiello.
Oggi alla lista si è aggiunto l'attaccante Reginaldo, l'anno scorso al Siena ed ora (in prestito) alla squadra giapponese Jef United; in un'intervista esclusiva a Tuttojuve.com il brasiliano ha dichiarato: "Sono sbalordito. E poi a essere onesto della mia esperienza al Siena di queste combines o presunte tali non ne ho ne viste né sentite. Da Conte non ho mai sentito dire cose tipo: 'accomodiamo la partita' oppure 'la partita è stata accomodata'. Mai. Ma al di là di Conte non ho proprio sentito nessuno fare discorsi del genere. Posso ribadire che Antonio Conte è una persona seria. E poi non penso sia un allenatore che possa fare quelle cose, per giunta con la squadra che avevamo non ne avevamo certo bisogno. Noi vincevamo perché eravamo forti e perché lavoravamo sodo in allenamento. Quel Novara-Siena è stata una partita normalissima. Ricordo che in quella partita cercai di fare gol a tutti i costi, senza riuscirci”.
E volendo essere precisi ci sarebbe un'altra testimonianza, anche se solo de relato, contenuta in un'intervista rilasciata, sempre a Tuttojuve.com da Nello De Nicola (ex capo degli osservatori bianconeri ed oggi agente di calciatori), che ha detto: "La mia mente si rifiuta di credere che Conte possa essere coinvolto. Antonio è sempre stato un grande uomo e un grande professionista, che non ha mai fatto un compromesso. Da giocatore non accettava che una partita potesse finire 0-0, figuriamoci da allenatore". Aggiungendo: "In più conosco diversi giocatori che lo hanno avuto. Uno di questi è Stefano Guberti che mi ha raccontato di come Antonio avesse chiesto alla squadra di rimandare ogni tipo di festeggiamento per concentrarsi sull'ultima partita".

Calcioscommesse: sentiti Mauri, Milanetto e Turati - Il più atteso degli interrogati ieri era Stefano Mauri: al termine dell'interrogatorio (erano ormai le 22 passate) i suoi legali (Matteo Melandri e Amilcare Buceti) hanno riferito che Mauri ha dichiarato di non aver mai avuto alcun rapporto con Ilievski. Mauri avrebbe raccontato di non aver mai conosciuto gli slavi e di non aver mai saputo che Zamperini, che ha ammesso essere suo amico da anni, fosse coinvolto nelle scommesse. Non si sa quanto le sue argomentazioni siano risultate convincenti; i suoi legali hanno chiesto la scarcerazione e l'accoglimento o meno di tale istanza sarà già un'indicazione di quanto il giudice sia rimasto persuaso dalle risposte di Stefano Mauri.
Anche Omar Milanetto, difeso dall'avvocato Mattia Grassani, si è dichiarato innocente ed estraneo alla vicenda (sia per quanto riguarda Lazio-Genoa che per quanto concerne i suoi rapporti con gli slavi). Nel suo interrogatorio sarebbe però emersa una situazione nuova in relazione al derby Genoa-Sampdoria della stagione scorsa sul quale, a giudizio della Procura, esisterebbero fondate ragioni per far pensare che la gara possa esser stata oggetto di combine; ragion per cui Milanetto sarà chiamato ad approfondire la questione davanti al procuratore, stante il fatto che l'interrogatorio di garanzie si incentra solo su contenuti che hanno portato all'arresto. dell'indagato.
Invece Marco Turati, ora al Modena ma tesserato per il Grosseto all'epoca dei presunti illeciti, aveva già chiesto un colloquio col procuratore federale Palazzi per vuotare il sacco, ma era ormai fuori tempo massimo, perché l'iter per il suo arresto era già in stato avanzato. E allora la sua piena confessione sui fatti addebitatigli (è accusato di aver alterato il risultato di almeno sei partite) l'avrebbe fatta dunque, stando a quanto trapelato, ai magistrati di Cremona. Si sarebbe soffermato in particolare sul coinvolgimento di alcuni dirigenti di Grosseto e Ancona e su accordi tra le società.
E oggi comincia il primo processo sportivo.

La Uefa esclude il Besiktas dall'Europa League - Il Besiktas, squadra quarta classificata della Superleague turca, era qualificato per il terzo turno preliminare dell'Europa League, ma l'Uefa l'ha escluso a causa dei problemi economici del club, in ritardo e in difficoltà nel pagare tasse e stipendi dei giocatori (che hanno portato la società in tribunale): I turchi minacciano di ricorrere all'Alta Corte Europea per essere riammessi.


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