Zeman contro Agnelli: Loro non han fatto le riforme. Travaglio: Juve di nuovo odiosa.

News, 28 ottobre 2012.

A Catania in 23: non ci sono Marchisio e Lucio, torna Pepe. Zeman: Per vent'anni la Juve ha avuto in mano il calcio e non ha fatto migliorie. Travaglio: La Juve ha ricominciato a camportarsi come se fosse al di sopra delle regole e ciò la rende odiosa. Lippi: il calcio italiano è da ripensare. Avvocaticalcio, Lotito e Preziosi concordano con Agnelli: le riforme sono indispensabili. Alessio: Il Catania gioca bene, ma noi siamo determinati a vincere tutte le partite. Legrottaglie: Conte è una persona speciale, che ha carisma; se vince il Catania, lo invito a cena. Paul Pogba è in lizza per l'European Golden Boy.


A Catania in 23 - Conte porta a Catania 23 giocatori. Rispetto al solito, c'è il ritorno di Simone Peppe, ma non ci sono Claudio Marchisio e Lucio. Il primo ha avvertito un riacutizzarsi del dolore alla caviglia a seguito del trauma contusivo patito martedì a Copenhagen, il secondo è stato colpito da una sindrome influenzale intestinale.
Questo l'elenco completo: Buffon, Chiellini, Caceres, Pogba, Pepe, Vucinic, De Ceglie, Giovinco, Barzagli, Bendtner, Bonucci, Padoin, Pirlo, Asamoah, Vidal, Giaccherini, Lichtsteiner, Quagliarella, Storari, Matri, Isla, Rubinho, Marrone.

Zeman: la Juve avrebbe potuto fare le riforme - "Il discorso di Agnelli... penso che ha ragione, che ci vogliono riforme, che ci vuole migliorare. E' un discorso che lo dicono tutti, non è solo Agnelli. Poi magari altro discorso che vent'anni di calcio hanno avuto in mano loro; lì c'era tutto il tempo di fare le migliorie". Però le quattro pere prese a Torino qualcosa gliel'hanno fatto capire: "La Juve è in testa con merito, ha fatto meglio delle altre". Come sempre, come è sempre stato. Altro che frottole di doping e telefonate.

Travaglio: Il berlusconismo antisportivo di Agnelli rende odiosa la Juventus - La Juventus che è tornata a fare a fare la Juventus non piace a Marco Travaglio, uno juventino sui generis, che preferiva la Juventus stile smile, e che invece non ama la Juve di Andrea: "Io non odio la Juventus, è da quando avevo 5 anni che vado allo stadio - sono le sue parole su Tuttosport - E in realtà non odio nessuno. Al limite detesto. Detesto questa dirigenza proprio perché fa odiare la Juventus. Il sentimento anti-juventino si era spento dopo la retrocessione, la squadra aveva pagato duramente, aveva pagato più delle altre. Perché aveva sbagliato più delle altre. Era diventata simpatica proprio perché riconosceva i propri errori e voltava pagina, mandando via dirigenti che avevano inquinato la storia bianconera. Questo sentimento è finito quando è arrivato Andrea Agnelli, che anziché prendere le distanze dal passato, ha parlato di giustizia inaccettabile. Poi, è chiaro che una squadra che vince molto fa rosicare quelli che perdono, ma appunto, secondo me, l'antipatia della società dipende dal fatto che la Juventus ha ricominciato a comportarsi come se fosse al di sopra delle regole: un berlusconismo sportivo, meglio antisportivo, deprecabile. Questo rende odiosa una Juventus, che pure sta vincendo pulito e in questo merita il rispetto degli avversari". Bisogna dire che con juventini huius generis in circolazione nel 2006 ci è andata anche di lusso.

Lippi: Agnelli ha ragione - Congratulazioni a Marcello Lippi! Con il suo Guangzhou Evergrande ha vinto, con una giornata di anticipo, lo scudetto cinese, "sicuramente il primo allenatore italiano che vince uno scudetto in Cina - ha detto con orgoglio a Sabato Sprint, su Raidue - è un motivo di grande soddisfazione". E adesso nel suo mirino c'è anche la Coppa di Cina, le cui finali, contro il Guizhou, si disputeranno il 10 e il 18 novembre.
E spende due parole per appoggiare le parole di Agnelli sul calcio da riformare: "Sono d'accordo, perchè c'è da di ripensare molto nel calcio italiano e le persone che devono farlo sarà bene che si mettano a un tavolino a pensarci bene". Peccato che in Italia i tavolini li usino per fare altro, per esempio per distribuire scudetti. Eppure anche in Cina sanno che è sul campo che si vincono.

C'è chi appoggia Agnelli - Non è solo Marcello Lippi ad appoggiare le tesi di Andrea Agnelli.
L'Associazione Avvocaticalcio, in un comunicato diffuso dal presidente Claudio Pasqualin e dal vice Paolo Bordonaro, Avvocaticalcio auspica "una radicale riforma del sistema e una riforma della Giustizia sportiva in senso garantista, con soggetti professionisti e altamente qualificati, ritenendo tale intervento indispensabile e non più dilazionabile".
Anche due 'colleghi' di Andrea Agnelli hanno apprezzato le sue parole.
Claudio Lotito: "C’è condivisione di idee con Andrea Agnelli. Il problema di dover fare le riforme è risolto grazie all’intervento del commissario ad acta che ha abolito il diritto di veto per le modifiche dello statuto federale. Quindi possiamo avviare una nuova stagione di riforme patto che gli interessi di parte vengano messi al servizio del sistema. Non dimentichiamoci che il calcio italiano è sempre stato gestito in forma corporativa. C’è da fare una rivisitazione complessiva a livello normativo e legislativo. L’accordo tra le leghe è stato un passo positivo, così come la ritrovata collaborazione con l’Aic".
Enrico Preziosi: "Ci sono tante cose che non hanno più senso nel calcio di oggi, sono al fianco di Agnelli in questa battaglia. Lo snodo degli stadi è cruciale per introdurre anche in Italia la filosofia dell’intrattenimento. Va cambiata la giustizia sportiva così come la legge 91. Figc e Lega devono trovare un assetto diverso. Il problema della Lega è che siamo 20 club disomogenei costretti a stare insieme, è difficile che il Genoa ragioni come Chievo e Juventus allo stesso tempo. Oggi retrocedere in B comporta gravi danni, bisogna fare contratti diversificati a seconda delle categorie".

Alessio: Il Catania è forte, ma noi vogliamo vincere - "Il Catania è una squadra da affrontare con estrema attenzione, dispone di ottimi giocatori e nelle ripartenze sono micidiali. Quindi bisogna stare molto attenti. per quanto riguarda le nostre prestazioni, è vero, nei secondi tempi sprintiamo di più, riusciamo a tenere fino alla fine il ritmo alto. Dobbiamo comunque bisogna partire da subito e fare la partita. E' una squadra che gioca bene da qualche anno, cambia pochissimo. E' cambiato solo l'allenatore, però è una squadra che gioca insieme da diverso tempo; l'anno scorso ci ha messo in difficoltà sia a Catania che in parte anche a Torino. In casa hanno vinto tre partite e ne hanno pareggiata una, tra l'altro in dieci contro il Napoli; questo la dice la lunga sul valore di questa squadra". Così Angelo Alessio ha presentato, in conferenza stampa, la partita di oggi a mezzogiorno, un orario insolito, ragion per cui ,"in questi giorni - ha detto - la squadra ha provato quella che sarà la giornata di domani, mangiando prima e allenandosi all'orario della partita". Ribadisce che l'importante per la Juve è sempre vincere, e questo al di là del record dell'imbattibilità, giunto a quota 47 gare di campionato: "Non badiamo a questo, badiamo a scendere in campo e vincere ogni partita. Chiaro che ogni squadra cercherà di batterci, però noi scendiamo sempre in campo con la massima attenzione, con la massima determinazione per vincere ogni partita". Ha anche rassicurato sulla condizione di Asamoah e Lichtsteiner, assenti in Danimarca, conferma che stanno bene, sono in ottime condizioni. Anche Pepe "sta trovando la migliore condizione", migliora costantemente e andrà a Catania, però "è chiaro che ci vorrà un po' di tempo". Quanto al modulo, non sono previsti cambiamenti epocali: "Noi facciamo sempre la nostra partita, con la solita organizzazione di gioco, l'intensità, cercare di portare sempre un'intensità importante, pensare all'avversario".

Legrottaglie minaccia di invitare Conte a cena - "Per me è una partita bellissima, sotto tutti i punti di vista. Incontro amici, incontro la mia vecchia squadra, dove ho trascorso otto anni, gli anni più belli della mia carriera. Dobbiamo vivere di sogni. Domani tocca a noi: passa un treno qua a Catania e se noi riuscissimo veramente a prendere questo treno, a saltarci sopra, potremmo veramente cambiare la storia di questa città, di questa squadra e il campionato avrebbe un altro senso per noi". Così Nicola Legrottaglie si appresta ad affrontare la sua ex squadra, con un pensiero speciale, e un invito, che Conte preferirà non ricevere, per il mister bianconero: "Antonio è una persona speciale, ha carisma, ha avuto con la squadra un impatto incredibile. Io l'ho avuto anche come collega, amico e come secondo a Siena e già si vedeva che dentro aveva un fuoco, quindi lo sta scaricando benissimo ai livelli che gli appartengono. Prometto a mister Conte che se domani il Catania dovesse vincere è invitato a casa mia a mangiare, perchè mia madre cucina... lui sa bene come cucina... lo invito a casa mia a mangiare dopo la partita. Domani vince il Catania 1-0" .

Pogba in lizza per il Golden Boy - Oggi probabilmente a Catania giocherà: Pogba reclama spazio e l'assenza di Marchisio gli offrirà l'opportunità di giocare, di mostrare le sue doti e di crescere. Per essere Paul Pogba, non il vice Pirlo, né il vice Vidal, né il vice Marchisio, ma solo Paul Pogba, un 19nne che sogna di diventare il più forte del mondo. Per intanto è in gara per il titolo di European Golden Boy, il premio che può essere considerato il Pallone d'Oro dei giovani. istituito nel 2003 da Tuttosport, ha avuti vincitori illustri, come Van der Vaart, Rooney, Messi, Fabregas, Agüero, Anderson, Pato, Balotelli e Götze.
Certo in gara ci sono altri 39 futuri campioni, tutti i più interessanti prospetti del calcio europeo nati dopo il 1° gennaio 1992, da Verratti a El Shaarawy, da Lamela a Coutinho, da Guidetti a Koke e a Jones. Il migliore sarà scelto da una giuria internazionale: 30 giornalisti di prestigiose testate europee, in rappresentanza di 20 nazioni (tra cui L'Equipe, France Football, Mundo Deportivo, Marca, Times, A Bola, Bild, Tuttosport, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport). Ma con le sue qualità fisiche e tecniche, con la personalità che ha già fatto intravedere Pogna in questo milieu non sfigura proprio.


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