Allegri punge la Juve: Avevamo vinto noi... Inter spiata?!

News, 16 dicembre 2012.

Conte porta in ritiro 21 giocatori: Vidal c'è, anche se non è al meglio. Allegri: L'anno scorso noi ci eravamo ripetuti, poi purtroppo... La nuova perizia fa salire il prezzo della Continassa. Ancora problemi di agibilità per Is Arenas, dove si dovrebbe disputare Cagliari-Juventus del prossimo turno di campionato. L'Inter teme che qualcuno spii gli schemi di Stramaccioni: e si difende con i palloni gonfiabili. Secco: I ragazzi di Capello sanno di aver vinto quello scudetto, ma non vale la pena di farne una guerra di religione. La Juve prepara il mercato di riparazione. Palazzi: Difendo il principio della responsabilità oggettiva, che è un caposaldo di tutte le Federazioni, anche internazionali. Boakye ancora in goal. La Juve Primavera mette un'ipoteca sul passaggio alle semifinali di Coppa Italia.


I convocati di Conte sono 21 - Per la gara interna contro l'Atalanta Antonio Conte ha convocato e portato in ritiro 21 giocatori: mancano gli infortunati lungodegenti Bendtner e Pepe, lo squalificato Bonucci e Lucio, ormai già lontano dalla Juve e in cerca di una sistemazione per gennaio.
Questo dunque l'elenco:Buffon, Chiellini, Caceres, Pogba, Marchisio, Vucinic, De Ceglie, Giovinco, Barzagli, Padoin, Pirlo, Asamoah, Vidal, Giaccherini, Lichtsteiner, Quagliarella, Storari, Matri, Isla, Rubinho, Marrone.
Ci sono dunque Caceres e Vidal, per i quali sussisteva qualche dubbio. Vidal tuttavia non sarebbe in condizioni ottimali e potrebbe dunque partire dalla panchina e lasciare il posto a centrocampo a Pogba, che Conte considera ormai pienamente affidabile.

Allegri: L'avevamo vinto anche l'anno scorso il campionato ma... - Nella conferenza pre-Cagliari di Coppa Italia, Antonio Conte all'interno di un discorso che riguardava esclusivamente gli obiettivi e le ambizioni della Juve aveva parlato della difficoltà di ripetere l'impresa dell'anno scorso ("Sarebbe bello rivincere perché come dico sempre ai ragazzi, una volta può succedere a tutti... cioè, ti trovi in un contesto che capita a tutti, sei fortunato, sei trascinato da altri che ti portano a vincere; quando rivinci, significa che alla base c'è qualcosa di importante, c'è qualcosa di vero, c'è qualcosa che significa iniziare ad essere vincenti, iniziare ad essere uomini vincenti. E' questo che ribadisco sempre ai miei calciatori, rivincere è molto difficile. Una volta può succedere a tutti per fortuna. Rivincere è già molto più difficile; è lì la differenza tra il campione e il giocatore fortunato che si trova in una competizione, trascinato da tutto, e vincere. Quindi sarà molto difficile ripetersi. Però lo vogliamo"). Tanto è bastato perché a Massimiliano Allegri (debitamente stimolato da una domanda nella conferenza stampa pre-Pescara) tornasse l'incubo del goal di Muntari, causa unica e sola del mancato scudetto: "Non mi sono assolutamente riconosciuto nelle parole di Conte, anche perché noi ci eravamo ripetuti, poi purtroppo il destino ha voluto che certe situazioni...". Il tutto detto con il tono ironico consueto al tecnico 'toscano'. E per il corrente campionato la causa delle disgrazie milaniste sono i milioncini: "Io credo che Conte abbia fatto e stia facendo un ottimo lavoro alla Juventus, abbia vinto un campionato, abbia vinto una Supercoppa, quest'anno è in testa alla classifica, hanno grandi possibilità di vincere il campionato anche perché credo che la Juventus abbia fatto grandi investimenti in questi anni, diciamo negli ultimi quattro anni, quest'anno credo che abbia fatto, insieme all'Inter una campagna acquisti non indifferente spendendo, credo, un bel po' di milioncini e quindi credo che sia normale che la Juventus sia prima e l'Inter debba lottare per lo scudetto. Noi abbiamo, per esigenze di bilancio, soprattutto per questioni di età perché molti giocatori sono andati via non perché mi stavano antipatici o perché non erano capaci, però purtroppo li ho allenati solo gli ultimi due anni quando poi dovevano smettere, lì sono stato sfortunato, magari se li allenavo prima era più facile vincere per 4 o 5 anni".

Aumenta il valore della Continassa - La Giunta Comunale di Torino ha approvato una delibera che recepisce le risultanze di una nuova perizia sul valore dell'area della Continassa, destinata ad ospitare la cittadella della Juventus. Si era proceduto a questa nuovo perizia in seguito alla richiesta del club di poter aumentare la superficie da dedicare a fini residenziali e per altri servizi, passando così dai 6.000 metri quadrati (oggetto della delibera del luglio scorso) a 12.000. Il valore della superficie, frutto di una verifica eseguita da advisors esterni, sale da 10,5 milioni di euro a 11,7 milioni, con una aumento dunque di 2,2 milioni dell'onere a carico della Juventus. Per la prossima settimana è previsto l'OK definitivo che dovrà arrivare dal Consiglio Comunale.

Dove si giocherà Cagliari-Juventus? - Il prossimo turno, l'ultimo prima della sosta natalizia prevede Cagliari-Juventus. Ma dove si giocherà? Il problema è sempre rappresentato dallo stadio Is Arenas di Quartu, già oggetto di una diatriba tra Il presidente Cellino e la Prefettura, che stavolta però non c'entra, in quanto questa giovedì aveva concesso al Cagliari altri 30 giorni per concludere i lavori. E' invece intervenuta l'amministrazione comunale di Quartu che intima alla società sarda di terminare i lavori perché, riporta 'L'unione sarda', "A seguito dell'ultima riunione della commissione di vigilanza sul pubblico spettacolo, che ha ribadito le carenze dell'impianto sotto il profilo della sicurezza, l'amministrazione comunale ritiene non sussistano più le condizioni per procedere all'autorizzazione per l'utilizzo della struttura di Is Arenas". Ultimatum che fa seguito alle parole del segretario generale del Comune che mercoledì così aveva sottolineato quelle che riteneva essere le inadempienze della Società rossoblu: "Si rappresenta che, stante la mancata conclusione dell'attività istruttoria della competente Commissione provinciale di vigilanza per il pubblico spettacolo è impossibile accogliere la richiesta di licenza d'uso dello stadio comunale Is Arenas così come formulata. Si ricorda che al momento l'impianto sportivo non dispone di agibilità". Ne era seguito un incontro tra Cellino e il comune, incontro che evidentemente non è servito a raffreddare i rapporti tra le parti; e, ora come ora, l'utilizzo di Is Arenas per Cagliari-Juve è a forte rischio e potrebbe prospettarsi una migrazione verso Trieste.

L'Inter vuol difendersi dallo spionaggio - No, questa volta non si tratta di intercettazioni di mosse di mercato tra club rivali, non c'entrano le schede svizzere, non c'entra Telecom, su quello si pronunceranno i tribunali. Si tratta solo di schemi di gioco: Stramaccioni teme che qualcuno scopra i suoi schemi, soprattutto quelli su calcio piazzato, e ritiene che i campi della Pinetina non siano sufficientemente protetti dagli sguardi indiscreti: si racconta addirittura di giornalisti arrampicati sugli alberi per scoprire le anteprime sulla formazione e sugli schemi da implementare; e, oltre ai giornalisti, potrebbero esserci anche osservatori delle altre squadre a studiare le tattiche segrete del nuovo mago nerazzurro. Allora la Società ha deciso di difendersi installando una ventina di palloni gonfiabili attorno ai campi: saranno in realtà a forma di parallelepipedo (tre metri per due) e la loro installazione è prevista entro fine gennaio.

Secco: Non vale la pena di fare una guerra di religione per quello scudetto - "Se chiedete ai calciatori che hanno vinto nel biennio di Capello loro sanno di averlo vinto, ma se qualcuno decide diversamente non vale la pena fare una guerra di religione". Queste sono le stupefacenti (o forse no, considerata la gestione del post-Calciopoli) parole di Alessio Secco, catapultato dalle disgrazie bianconere del 2006 da team manager che era al ruolo di direttore sportivo della Juventus, ruolo che ricoprì per quattro anni, quelli dell'era Cobolli&Blanc, nel corso dei quali si rese protagonista di una serie di acquisti rivelatisi non proprio azzeccati e risultati deleteri sia sul piano sportivo che su quello economico (da Andrade a Tiago, da Boumsong ad Amauri, da Bojinov a Diego, da Poulsen a Felipe Melo, ma l'elenco sarebbe chilometrico). Per non dire delle svendite a prezzo di supersaldo, Ibrahimovic su tutti. Ma, a 'La tribù del calcio, Secco, attualmente direttore generale del Modena Calcio (serie B), ha difeso anche queste scelte: "Sui giocatori che abbiamo venduto in quell'estate l'affare l'ha fatto la Juventus, specie se vediamo il loro cammino di lì in avanti. Alcuni dei giocatori che abbiamo comprato non hanno funzionato, ma abbiamo fatto una promozione e un secondo posto in Serie A con l'Inter di Mourinho, che oggi non esiste più. La Juventus non ha una concorrenza del genere. Ranieri fece bene il primo anno e anche il secondo stava facendo bene ma ci siamo forse impauriti e abbiamo preso una decisione sull'onda emotiva della paura. Dal punto di vista dello stile quella di esonerarlo fu una scelta non delle migliori". Esaltarsi per il ritorno in A (o di aver vinto lo scudetto della B, come anche si disse allora), con un organico che comprendeva Buffon, Camoranesi, Chiellini, Del Piero, Nedved e Trezeguet e una serie di giovanotti rampanti come Marchisio, Giovinco e De Ceglie, sembra davvero troppo, ma proprio troppo; quanto a Ranieri, che ai tempi bianconeri era in fase espiante, è chiaro che alla dirigenza della Juve formato Smile piaceva, più dell'orgoglioso Deschamps. E una dirigenza che si fa guidare dalla paura non è da Juve, anzi, non è una dirigenza: se in alto domina la paura, ai piani inferiori è lo sfascio. Ma Secco ritiene di non essere stato trattato dalla Juventus con il dovuto rispetto: "La ferita ora si è chiusa, ma all'inizio quando andai via dalla Juve fu difficile. L'ultimo anno fu difficile da sopportare, per quella che è stata la mia storia alla Juventus credevo di meritare più rispetto nel modo. Abbiamo riportato la Juve dove doveva essere, ci siamo tolti la soddisfazione di giocare in Champions League. Abbiamo compiuto anche qualche passo falso ma sempre in buonafede". No, la Juve non era quello il posto della Juve, il posto della Juve è dove la sta riportando (perché lo scudetto è solo la prima tappa) Andrea Agnelli col suo staff, da Marotta a Conte. In ogni caso per essere dirigente della Juve non basta la buonafede, servono i risultati, e con questi ultimi ci si conquista il rispetto, non con un grigio passato.

La Juve prepara il mercato di riparazione - Il mercato di gennaio è alle porte e gli uomini di mercato dei vari club sono già alla caccia dei prospetti che possano fare al caso loro. In casa Juve, l'interesse generale è monopolizzato dalla ricerca di un attaccante, anche a causa del recente infortunio di Bendtner, che sguarnisce anche quantitativamente un reparto che già si pensava di dover comunque migliorare sul piano della qualità: il nome che corre di più è quello di Drogba, ma Marotta sta soppesando con cura la convenienza dell'operazione, vista anche l'età del soggetto. Ma il reparto avanzato non è il solo settore che necessita di un intervento. Serve anche un difensore perché Lucio ha già i bagagli pronti e partirà: destinazione Brasile o Germania, si dice; il difensore ex Inter, arrivato a parametro, non ha soddisfatto Conte e mal digerisce di essere l'ultima riserva. Al suo posto deve arrivare qualcun altro: i nomi caldi sono l'atalantino Peluso e Bocchetti, attualmente al Rubin Kazan. La Juve è attenta anche al ventiquattrenne portoghese Neto, del Siena, seguito da molte società, ma a gennaio non dovrebbe muoversi e non è nemmeno a buon prezzo; per l'estate la Juve sta anche seguendo l'evolversi della situazione di Campagnaro (Napoli): se non dovesse rinnovare col Napoli, i bianconeri potrebbero farci un pensiero.
La Juve sta all'erta anche per il caso di Immobile, attualmente al Genoa, ma di cui la Juve detiene la metà del cartellino e quindi ha diritto di parola in caso di cessione: il ragazzo a Genova non è ancora riuscito ad esprimersi ai livelli dello scorso anno (a Pescara con Zeman) ma, nonostante le richieste non manchino, il suo trasferimento è complicato dal fatto che la Juve si opporrebbe se dovesse andare a rinforzare una diretta concorrente per il titolo (si parla di Napoli e Fiorentina), mentre il Genoa farebbe altrettanto per le società che lottano per non retrocedere (Palermo, ma anche Siena e Pescara).

Palazzi: La responsabilità oggettiva è un caposaldo - L'attesa delle decisioni della Commissione Disciplinare sul caso Gianello e la possibilità che il Napoli venga penalizzato in classifica (Palazzi ha chiesto un solo punto, in controtendenza con quanto accaduto sinora con gli altri club in situazione analoga penalizzati di due punti) ha rinfocolato le polemiche su questo tipo di sanzione. Ma il procuratore federale Stefano Palazzi a chi contesta il principio che un club possa venir penalizzato per colpe attribuibili esclusivamente ad un proprio tesserato, senza che vi sia alcuna responsabilità del club stesso, chiude la porta: la responsabilità oggettiva non si tocca. "Quello della responsabilità oggettiva è un tema che bene o male è presente anche nell'ambito dell'ordinamento statuale - ha detto al convegno 'Giustizia penale e giustizia sportiva, responsabilità delle società e modelli organizzativi' promosso dall'Ordine degli Avvocati di Palermo - e che comunque si può rendere più adeguato alle realtà di fatto attraverso le gradazioni delle sanzioni. Io lo difendo perché è un istituto che esiste in tutti gli ordinamenti sportivi ed è un caposaldo di tutte le federazioni anche internazionali, come ha ricordato anche il presidente Abete".

Boakye ancora bene, Leali così così - Ennesima buona prova di Richmond Boakye, giunto ieri all'ottavo goal stagionale col Sassuolo. E' suo infatti il terzo goal della vittoria degli emiliani con uno stop di sinistro e un prepotente tiro di destro. Più opaca del solito la prova del portiere Leali, che tra l'altro ha sulla coscienza il goal del pareggio subito dal Lanciano, per aver smanacciato un pallone proveniente da un cross, favorendo il tap-in di Okaka.

La Juventus Primavera prenota le semifinali di Coppa Italia - Con una vittoria in trasferta sulla Sampdoria (3-1) i ragazzi della Primavera di Baroni hanno messo una seria ipoteca sul passaggio alle semifinali della Coppa Italia di categoria. In goal Garcia Tena, Beltrame e Schiavone (su rigore).


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