La Juve celebra se stessa, alle altre non resta che rosicare

News, 27 dicembre 2012.



Numeri e immagini per ripercorrere fatti ed emozioni della stagione della rinascita bianconera. Pulvirenti: il momento più brutto dell'anno è stato quel Catania-Juve, su cui ho la mia idea e l'ho detta. Su una cosa nerazzurri e rossoneri sono d'accordo: l'impresa più bella è battere la Juve. Calciomercato: la Juventus prenota Doria per giugno, ma per gennaio dà la caccia a Peluso. Ragazzi bianconeri in serie B: bene Leali e Castiglia, un po' sottotono Boakye.


La Juventus celebra se stessa - Concluso il 2012, il sito bianconero riepiloga gli stupefacenti numeri della stagione bianconera, ancora più stupefacenti se si ripensa, come dice sempre Conte, al punto da cui siamo partiti nell'estate 2011. D'accordo, quella non era la vera Juve e l'arrivo di Antonio Conte fu la leva su cui Agnelli, con il suo fiuto gobbo, agì per risollevare squadra e società. "Oggi abbiamo di nuovo una società forte e una squadra forte. Senza risultati, la parola potere è astratta. Nelle stanze che contano, però, la Juve è di nuovo un interlocutore", sono parole di Andrea Agnelli in una recentissima intervista. E adesso i risultati ci sono e Andrea li ha dalla sua parte quando alza la voce; e gli danno credibilità anche quando parla in un contesto internazionale, senza alcuna remora nel mettere, anche lì, il dito sulle piaghe del calcio di casa nostra.
Quali sono dunque numeri di questo splendente 2012? Dall'8 gennaio al 21 dicembre 40 partite di campionato, con 28 vittorie, 10 pareggi e 2 sconfitte, per un totale di 94 punti, 21 in più di Milan e Napoli, un baratro. Ottanta le reti realizzate (nonostante la mancanza di un top player davanti) e solo venti subite. Conte (inclusi Carrera e Alessio che lo hanno sostituito durante la squalifica) ha sfruttato al massimo anche la panchina: 120 le sostituzioni effettuate, 3 a partita, cioè tutte quelle consentite.
Nel bilancio complessivo (cioè quello che include anche le 5 gare di coppa Italia, la finale di Supercoppa e le sei partite del girone di Champions League), le partite sono 52, con 35 vittorie, 14 pareggi e 3 sconfitte; 104 reti segnate e 31 subìte.
tra i singoli il primato delle reti segnate va a Vidal e Vucinic (14 centri cadauno). Chi ha giocato di più? Andrea Pirlo, 49 partite e 4446 minuti.
E le emozioni più belle di questo anno memorabile vengono fatte rivivere in un video: "Un anno indimenticabile".

Pulvirenti come Galliani: quel goal da non dimenticare - Il goal di Bergessio, che ormai nell'immaginario popolare rivaleggia con goal di Muntari, er gò de Turone e il rigore su Ronaldo, sembra essere la vera ossessione del presidente del presidente del Catania, Antonino Pulvirenti: "E' stato un anno in cui abbiamo fatto qualcosa come 49 punti, quindi dal punto di vista numerico è stato un anno importante - ha detto a Sky Sport 24 - Però credo che questa squadra potesse avere anche una classifica diversa perché, questo è sotto gli occhi di tutti, abbiamo avuto una serie di disavventure arbitrali che ci hanno tolto inevitabilmente dei punti, quindi poteva essere ancora più importante. Di momenti belli ce ne sono stati tanti e faccio fatica a identificarne uno, perché abbiamo avuto, dal punto di vista sportivo, risultati importanti. Quello più brutto, inevitabilmente, Catania-Juve, l'ultima: rimane dentro a me e credo rimanga dentro a tanti nel calcio, perché si è vissuta una pagina veramente mediocre del nostro sport. Se mi ripagano le parole di Rizzoli che ha chiesto scusa al Catania e ai suoi tifosi? No, perché non era stato un errore, avevano fatto la scelta giusta. Non voglio ripensare a questa cosa, avevano scelto giusto. Poi è successo qualcosa. Ora io non voglio tornare dentro questo discorso, ho capito perfettamente sin da subito che Rizzoli non c'entrava nulla in questa storia. L'ho detto sin da subito. Lui ha chiarito, ma io avevo già capito. Ho una mia idea, l'ho detta e basta. Chiudiamola qua, la ferita si è chiusa da poco, non riapriamola, quindi va bene così". In realtà non è che vada granché bene. Ricordiamo benissimo la sua 'idea': "Qui non è sudditanza psicologica, c'è qualcosa di più sicuramente, questa è di più, è vergogna pura"; "Questa è la realtà, ditela! Almeno una volta, ditela! Una volta dite le cose come stanno, la partita ormai è finita, noi abbiamo perso, dite che la panchina della Juve ha annullato il gol e basta. Tanto la partita è finita, la Juve è prima in classifica e siamo tutti quanti a posto, tutti tranquilli. Cosa dobbiamo fare noi per poter giocare contro la Juve? Ditecelo. Io pensavo che certi tempi fossero finiti, evidentemente non lo so cosa sta succedendo". Non ci risulta che Pulvirenti per queste dichiarazioni, pesantucce, sia stato deferito. Né ci risulta peraltro che abbia fatto insinuazioni altrettanto gravi dopo Inter-Catania (con rigore solare negato agli etnei) o dopo Catania-Milan (goal in fuorigioco di El Shaarawy).

Per nerazzurri e rossoneri l'importante è battere la Juve - C'è un obiettivo che accomuna in realtà tutte le squadre italiane: battere la Juve, è la partita dell'anno, quella che medica anche le ferite di una stagione magari non esaltante. Se la cosa forse è comprensibile per le piccole, certo non dovrebbe essere così per le squadre che con i bianconeri lottano, o almeno vorrebbero lottare, per il traguardo finale. Eppure anche in casa Inter e Milan la partita con la Juve è quella da vincere e ricordare poi come un'impresa. Lo hanno ribadito ieri Nagatomo e De Jong. "Quando ho sentito dell'interessamento dei nerazzurri un anno e mezzo fa - ha detto Nagatomo all'Ansa - sono rimasto molto sorpreso e allo stesso tempo ero felicissimo. Senza dubbio l'ultima sfida contro la Juventus, vinta a Torino, è stato il momento più emozionante da allora. Credo che la Juventus sia molto brava nell'affrontare le partite più facili, noi in certe sfide abbiamo perso qualche punto". Forse proprio in questo la Juve è diventata grande quest'anno, non lasciando punti contro le piccole; poi ha perso contro Inter e Milan (anche a causa di qualche 'episodio'), ma la classifica le dà ragione e le sorride. Ed ora De Jong, al mensile 'Forza Milan': "Il momento più bello? La vittoria contro la Juventus: partita fantastica per il modo in cui abbiamo giocato, per come abbiamo combattuto su tutti i palloni". Quella che indubbiamente fu una partita scialba, vinta dal Milan grazie ad un rigore che non c'era (appunto uno di quelli che ora si chiamano 'episodi', soprattutto se a sfavore della Juve), in casa Milan diventa un'epica fantastica sfida. Per la Juve è stato invece solo un passaggio a vuoto nella lotta per il traguardo più ambito.

Doria dovrebbe arrivare, ma non subito - Dal calciomercato arrivano conferme del forte interesse della Juve per Matheus Macedo Doria, diciottenne difensore del Botafogo. Ma non è un'operazione del mercato invernale, il giocatore verrà opzionato e il trasferimento vero e proprio avverrà a fine stagione restando nel frattempo al Botafogo e disputando il Sub 20, il torneo per squadre nazionali sudamericane riservato a giocatori di età non superiore a 20 anni (le cui ultime tre edizioni sono state vinte proprio dal Brasile, a quota 11 successi totali). La Juventus avrebbe comunque bloccato il ragazzo (qui un suo goal), accordandosi col Botafogo pr 4,2 milioni di euro.
Per il mercato invernale la pista più percorribile resta quella di Peluso, se si riuscirà ad arrivare all'accordo economico con l'Atalanta. Si è molto raffreddata la pista che porta al ventiquattrenne portoghese Neto, per il quale il Siena chiede una cifra che la Juventus (come anche il Napoli, l'altro club interessato al difensore) ritiene troppo alta.
In casa Juve arrivano anche richieste per i bianconeri: il Bologna avrebbe chiesto Giaccherini, ricevendo un secco no; il ragazzo non è titolare, ma è assai stimato da Conte. Così come Marrone, che ha molte richieste e forse vorrebbe giocare di più; ma la Juve non vuole depauperare l'organico di un giocatore di qualità in una stagione in cui la squadra è ancora impegnata su tre fronti e gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. Anche per Padoin avrebbe ricevuto qualche offerta (si parla del Pescara), ma anche qui la Juve avrebbe risposto picche.

I ragazzi terribili della serie B - Seguendo le avventure dei ragazzi che la Juve ha mandato a fare esperienza in seri B, oggi è da rimarcare la prestazione del portiere Leali, che ha difeso brillantemente ed efficacemente la porta del Lanciano, che ha battuto il Novara per 1-0: il ragazzo, che studia per diventare il successore di Buffon, si è reso protagonista di qualche grande intervento (uno su Rubino in particolare) che ha salvato il risultato, vincendo nettamente il duello col collega Bardi (cartellino dell'Inter) che ha commesso l'errore decisivo. Sottotono ieri invece la prestazione di Boakye nel Sassuolo sconfitto a Livorno: non una prestazione forse non oggettivamente insufficiente, ma sicuramente molto al di sotto dello standard cui il giovane ghanese aveva abituato. Altra bella prova invece di Castiglia, pur nella sconfitta del Vicenza a Reggio Calabria: una gara di qualità ma anche, come al solito, di tanta quantità, con ottime verticalizzazioni, qualche buona invenzione e personalità in abbondanza, che lo ha portato a cercare più di una volta anche la conclusione in porta. Inoperoso ieri Bouy, causa rinvio per nebbia di Varese-Brescia.


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