Buffon: Su di me discorsi umilianti e di una pochezza aberrante. Arriva Llorente.

News, 1° luglio 2013.
 
E' il giorno dell'arrivo di Llorente a Torino: visite mediche e domani la presentazione. Sui rigori Buffon si toglie qualche sassolino: 'Discorsi di una pochezza aberrante, che mi umiliano; non voglio nemmeno entrare in questo gioco, che mi infastidisce e basta". Tevez: 'Con gli allenatori ero una testa calda, ma adesso ho imparato a comportarmi'. Asamoah premiato due volte dalla stampa ghanese.
 
 
 
A mezzogiorno arriva Llorente - Atteso all'aeroporto di Caselle intorno a mezzogiorno, Fernando Llorente inizia oggi la sua avventura bianconera. Prime visite mediche, che proseguiranno nella mattinata di domani. Sempre domani, alle 16, allo Juventus Stadium, la conferenza stampa e poi il giro dello Juventus Museum. Poi per lui comincerà la vita in bianconero, dopo 17 anni di fedeltà al 'suo' club, l'Athletic Bilbao, basco come lui, che nell'ultima stagione ha preferito tenerlo quasi sempre in panchina (rifiutando anche di liberarlo a gennaio con un minimo di guadagno, invece di perderlo poi a parametro zero) per 'punirlo' della sua infedeltà, essendosi lui, in scadenza di contratto, promessosi alla Vecchia Signora. E lo stesso fiero carattere basco (che è diverso da 'spagnolo') del ragazzo dovrebbe essere quello che  per orgoglio lo porterebbe a disputare una stagione di rinascita e rivalsa, dopo che i mesi di inattività gli sono costati anche l'esclusione dalla Nazionale.
 
Buffon: Gigi para tre rigori e si toglie qualche sassolino -  Dopo la partita con la Spagna, è finito sulla graticola Bonucci, che ha sbagliato il rigore risultato decisivo; ma la sua bella fetta di critiche se l'è presa anche Gigi Buffon, etichettato come un portiere non sa parare i rigori. Ma ieri sera ne ha parati tre E dunque? Ai microfoni Sky, nel dopogara, Gigi si è tolto più di qualche sassolino: "Sono discorsi veramente di una pochezza aberrante, che da un certo punto di vista mi umiliano anche. Sinceramente non mi va di sentirli perché basta andare a vedere la storia di ognuno di noi e la storia parla. Per cui non devo stare qua a dire quanti ne ho parati, perché non mi interessa. So solo che in Nazionale sono andato cinque volte ai rigori e ho vinto tre volte, per cui non mi sembra proprio una cosa schifosa, avendone parati una volta due, una volta uno, una volta tre, insomma dai. E in più, nella mia storia in Nazionale ho parato un rigore ai Mondiali, uno all'Europeo, non so quanti portieri della Nazionale italiana lo abbiano fatto. Mi sembra veramente da persone piccole dover stare a sottolineare queste cose, perché non è da me. Non voglio neanche entrare in questo gioco, perché mi infastidisce e basta". Certo, da questa Confederations Cup porta via "l’amarezza di non aver parato un rigore con la Spagna, quello senza dubbio". Ma c'è anche un lascito positivo: "Però anche la grande gioia di condividere con dei compagni d’oro e con un gruppo d’oro un’esperienza simile, perché veramente abbiamo un gruppo che è la nostra forza e penso che il mister l’abbia capito e tutti quelli che gravitano intorno a noi l’hanno capito. E faremo modo e maniera per tutelarlo nel miglior modo possibile, perché veramente poter disporre di 23 ragazzi in questa maniera è veramente un grande lusso e una grande fortuna". Al Mondiale non sarà al favorita, ma "la nostra è una squadra che può e ha dimostrato di poter far partita contro tutti e di non partire battuta con nessuno. E questa è una grande forza e una grande certezza. Da qui al prossimo Mondiale se possibile vorremmo cercare di migliorare oltremodo e di continuare questo percorso di crescita che portiamo avanti da parecchio".
 
Tevez, l'ex Testacalda -  Le perplessità maggiori che si nutrono, leggendo in giro, sul conto di Tevez, riguardano il suo 'caratterino', indocile e trasgressivo. Lui, si ritiene "semplicemente sincero" e, nell'intervista di ieri a 'Tuttosport', distingue tra il Tevez degli inizi, senza freni, e quello di ora, uno che si dato la classica regolata: "All’inizio della mia carriera in Inghilterra ero una testa calda. Se l’allenatore mi sostituiva imprecavo e lo insultavo. Ora non sono più così, ho imparato a comportarmi". E minimizza e riporta entro dimensioni diverse da come è stato presentato il suo ultimo litigio con Mancini quando, in occasione della partita tra il City e il Bayern, il tecnico jesino lo aveva a lungo fatto scaldare per farlo subentrare a Dzeko, subentro poi in realtà mai avvenuto: "In tv è sembrata più grande di quella che è stata. Quando l’allenatore ha deciso di togliere Dzeko e di mettere dentro un difensore ci sono rimasto male e mi sono rimesso in panchina deluso. Ma in quel momento, chi era veramente arrabbiato era Dzeko che ha iniziato a insultare Mancini in bosniaco, Mancini gli rispondeva in italiano, era una scena surreale, io stavo lì tranquillo a parlare con Zabaleta e quando Mancini si è girato e mi ha visto seduto si è infuriato, ma perché era furibondo per il litigio con Dzeko", questa la versione dell'Apache, che precisa che con il suo ex allenatore "c'è sempre stato grande rispetto". Lo stesso che ha già 'promesso' a Conte. Cui però sarà meglio non fare discorsi tipo quello di un'intervista al Daily Mail agli inizi del rapporto con Mancini: "Non capisco tutti questi doppi allenamenti. Siamo alla fine di una stagione faticosa, abbiamo giocato tante partite molto dure e ci alleniamo due volte al giorno. Non capisco questo metodo, i giocatori sono molto scontenti..." Probabilmente lo avranno già preparato alla cosa; altrimenti sarà Bonucci a ricordargli che alla Juve ci sono "professionisti". Mentre al suo nuovo tecnico piaceranno i suoi propositi su come interpretare il suo ruolo: "Non sono un affamato di gol, preferisco il lavoro per la squadra, il perfezionare l’azione, la confezione di un assist per il compagno. Certo, se mi capita l’occasione so come si tira in porta... E mi piace segnare, ma non sono egoista". E nemmeno un esteta: "Non ho un mio gol preferito. Sono gol. Sono tutti uguali per me. E’ gol quando la palla entra, no? L’importante è che entri". Quel che serve alla Juve.
 
Asamoah premiato - La buona stagione disputata in bianconero e le sue prestazioni in Coppa d'Africa hanno fruttato a Kwadoo Asamoah due riconoscimento da parte della stampa ghamese: è stato infatti nominato "Miglior sportivo dell'anno" e "Miglior calciatore del 2012"; in quest'ultima classifica ha battuto Andre Ayew (Olympique Marsiglia) ed Emmanuel Clottey (che gioca negli Emirati Arabi Uniti all'Al Dhafra). E il calciatore ha twittato subito la sua soddisfazione e i suoi ringraziamenti per i premi di cui è stato insignito: "Thanx to the Sports Writers Assoc of Ghana for the awards as Footballer & Sports Personality of the yr lastnite #BOH"

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