La Supercoppa è della Juve: E' la legge del campo, dice Agnelli, il resto son chiacchiere.

News, 19 agosto 2013.
 
 
La Supercoppa è della Juve, con un poker firmato Pogba, Chiellini, Lichtsteiner e Tevez. Andrea Agnelli: "Un nostro motto è che per noi conta sempre e solo la legge del campo, il resto sono chiacchiere, ci atteniamo a questo". Conte: Giocavamo in casa della Lazio e avere vinto, con cattiveria e testa, ci dà un po' di autostima in più. Pogba, Asamoah e Ogbonna bersagliati con buh razzisti. Oggi verrà valutato l'infortunio al ginocchio di Marchisio.
 
La Juventus ha calato il poker - Aveva vinto lo scudetto eppur giocava la Supercoppa fuori casa, era al centro di commenti intrisi di scetticismo (spesso interessato) per qualche amichevole così così, anche la preparazione era andata così così per via del cospicuo tributo pagato alle Nazionali (prima e dopo la pausa estiva). Ma nessuna di queste variabili ha potuto impedire alla Juve di alzare al cielo la sua seconda Supercoppa consecutiva: un successo per 4-0 che non lascia dubbi di sorta se a decidere sia stato il merito o un colpo di fortuna.
La Juve è scesa in campo con il solito 3-5-2, con Barzagli recuperato, a centrocampo il trio Pirlo-Marchisio-Vidal e Tevez-Vucinic in avanti. E' partita all'attacco con la Lazio che la conteneva e cercava di ripartire; l'equilibrio si è rotto al 21' con un episodio all'apparenza assai negativo per i bianconeri, l'infortunio di Marchisio, che costringeva Conte alla prima sostituzione: entrava Paul Pogba e il ragazzo francese ci metteva solo un paio di minuti a mettere il suo sigillo sul match. Tevez conquistava infatti una punizione in zona d'attacco, ad una trentina di metri dalla porta, Pirlo batteva a sorpresa la punizione, servendo in area Lichtsteiner che, di prima, metteva in mezzo dove una deviazione faceva pervenire la palla nei pressi di Pogba appostato a centro area; il centrocampista non si faceva certo pregare e  col sinistro batteva Marchetti, portando la Juve in vantaggio. Una decina di minuti dopo una paratona di Buffon su una sventola di Radu impediva ai biancocelesti di pareggiare il conto.
Decisivi erano poi cinque minuti della ripresa, dal 53' al 57', quando la Juve ne faceva tre, uno dopo l'altro, chiudendo di fatto i giochi: il 2-0 era di Giorgio Chiellini che concludeva una letale ripartenza della Juve: verticalizzazione di Vidal per Lichtsteiner che affondava e serviva a Chiellini un pallone da depositare in rete per il suo quarto goal in carriera alla Lazio. Il tris era opera di uno strepitoso Lichtsteiner che, servito da Vucinic, ridicolizzava la difesa  biancoceleste e beffava Marchetti. Il poker lo calava infine Tevez, che riceveva un assist di Pogba e insaccava il suo primo sigillo bianconero.
Questa la formazione della Juve: Buffon, Barzagli (Caceres dal 76'), Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner (Ogbonna dall'83'), Vidal, Pirlo, Marchisio (Pogba dal 21'), Asamoah, Tevez, Vucinic. A disposizione: Storari, Isla, De Ceglie, Marrone, Padoin, Giovinco, Matri, Quagliarella, Llorente.
Ammonizione troppo severa, verso la fine del primo tempo, Barzagli per aver intercettato, peraltro non volontarimente,  una palla con il braccio in zona d'attacco. Molto più grave un precedente fallo di Hernanes sullo stesso Barzagli, punito con un giallo, in realtà tendente all'arancione. Nella ripresa ammonito anche Dias.
 
 
Agnelli: Conta sempre e solo la legge del campo, il resto sono chiacchiere - Il dogma di Andrea è uno e ben preciso: il campo dice sempre la verità. Lo aveva proclamato, gridato ad alta voce all'inaugurazione dello Juventus Stadium, lo ha ribadito stanotte ai microfoni di RaiSport, dopo la splendida vittoria sul campo (altrui) della sua Juve, in grado di alzare la Supercoppa in faccia a Lotito e Beretta, due dei protagonisti del pasticciaccio Supercoppa (fuori dal campo, dove regnano le chiacchiere): "Era importante iniziare con il piede giusto - ha esordito - Un nostro motto è che per noi conta sempre e solo la legge del campo, il resto sono chiacchiere, ci atteniamo a questo. Sappiamo che sarà una stagione dura, oggi però abbiamo ottenuto un risultato rotondo".
E disegna gli obiettivi stagionali: "Noi sappiamo che nella storia della Juventus la vittoria di tre campionati consecutivi è successa solo una volta negli anni trenta, quando ci fu la Juventus del quinquennio. Sarà difficile, ogni giorno ricorderemo questo a Vinovo, tra di noi e ai ragazzi, ovvero dovremo dare più del 100%. Sarà difficile, ma ce la metteremo tutta".
E la Champions? "La Juve parte per vincere ogni competizione. Sarà dura, ma ci piace sognare. Noi non illudiamo nessuno, vedremo i sorteggi e cercheremo in primis passare il girone giocando poi gara in gara. In Europa ci sono squadre altamente competitive, per fare un esempio il Real Madrid non vince la Champions League dal 2002 e questo rende l'idea di questo. Ci proveremo. Vincere tre scudetti di fila ci proietterebbe nella storia ed è un obiettivo che perseguiamo, però quello che facciamo va in un percorso di crescita che porta ad acquisire consapevolezza, giocatori, appeal e una dimensione che ci porterà a vincere anche a livello continentale".
 
Conte: Vittoria meritata, frutto di cattiveria e di testa - "La vittoria da parte nostra è meritata, forse con un passivo un po' troppo esagerato - questo il Conte-pensiero nella conferenza stampa postpartita - Non era facile, giocavamo in casa della Lazio - ha sottolineato -  Abbiamo ottenuto in due anni due Scudetti e due Supercoppe e penso sia qualcosa di straordinaria quello che è stato fatto. Poi celebriamo questa Supercoppa nella giusta maniera. Siamo contenti di aver arricchito i nostri trofei".
E' la vittoria perfetta per Conte, perché frutto di un connubio tra la cattiveria agonistica e la testa: "La fame, la cattiveria agonistica è una componente che ci deve essere in una squadra che vuole vincere, poi è inevitabile che ci deve essere organizzazione tecnico-tattica, qualità, mentalità. Io penso che oggi siamo stati molto bravi a interpretare la gara nella giusta maniera. Siamo partiti avendo provato alcune cose, ci siamo anche corretti tra il primo e il secondo tempo in alcune uscite. Debbo dire che abbiamo utilizzato molto la testa e questo è importante. Mi è piaciuto molto anche lo spirito di abnegazione  da parte degli attaccanti, che hanno aiutato molto nella fase difensiva. E questa è la dimostrazione che si vince da squadra e si perde da squadra, sempre".
Però certo questo non è un punto di arrivo, semmai un punto di partenza, con la dote di un trofeo in più e di un supplemento di autostima; ma c'è ancora tanto da migliorare e tutto da fare: "Il campionato deve ancora iniziare, ma ognuno di noi si è arricchito di un altro trofeo: sono quattro in due anni e penso sia una bellissima cosa. Vincere qui a casa della Lazio, sicuramente, è una dose di autostima in più. Quest'anno non avevamo ancora vinto una partita perché le avevamo tutte pareggiate, una persa contro i Los Angeles Galaxy. Però ci sono ancora da fare grandi miglioramenti, lo sappiamo, ancora le gambe non girano come devono girare, però proprio in questi momenti dobbiamo essere bravi e appigliarci a tutte le nostre conoscenze calcistiche e a al lavoro quotidiano".
Ribadisce le sue sensazioni positive sui nuovi, Tevez (oggi in goal), Ogbonna e Llorente: "Per quanto riguarda Carlos Tevez, lavoriamo con lui solamente da un mese, insieme a Fernando, a Ogbonna: loro si stanno calando in una realtà sicuramente diversa, perché il calcio che facciamo noi è un calcio pensato, ragionato, studiato e quindi quando devi ragionare e pensare, non andando solo d'istinto, fai più fatica soprattutto all'inizio. E penso che sia per lui, sia per Fernando e per Ogbonna, più passerà il tempo e più saranno integrati nella squadra, in quello che io voglio e che chiedo loro. Però abbiamo avuto la bravura e anche la fortuna di prendere tre giocatori che si sono integrati alla perfezione, hanno dato grande disponibilità e lavorano veramente tantissimo durante la settimana. Questo per me è un motivo di orgoglio e di soddisfazione".
Infine su Pogba, protagonista dell'ennesima superprestazione, eppure partito dalla panchina ed entrato poi a causa dell'infortunio occorso a Marchisio: "Se vogliamo crescere come squadra dobbiamo anche pensare di iniziare ad avere delle alternative di grande livello. Nessuno deve preoccuparsi se un giorno si siede in panchina, perché quello che conta è quello che vedo in allenamento, quello che vedo in campo. Ne avessi altri Pogba in panchina, sarei contento. Stiamo crescendo come squadra ed è giusto che la Juventus anche a livello di organico inizi ad avere delle soluzioni buone, importanti ed ottimi elementi. E' inevitabile che Pogba è in crescita esponenziale e sarà dura tenerlo in panchina. Ma è un monito per tutti, chi sta meglio gioca".
 
Fischi e buh razzisti - Gli ultimi otto minuti di Supercoppa sono stati funestati dai buh razzisti (misti a fischi) da parte della tifoseria razziale ogniqualvolta uno dei tre giocatori di colore bianconeri in campo (Pogba, Asamoah e Ogbonna) toccava la palla. Mazzoleni, quarto uomo, a quel punto chiedeva che venga lanciato un annuncio nello stadio affinché i tifosi della Lazio desistessero dal loro atteggiamento incivile e l'altoparlante ricordava al pubblico che simili comportamenti sono vietati.
 
Le condizioni di Marchisio - Claudio Marchisio ha dovuto lasciare il campo al 21' per un problema al ginocchio destro. Conte ha parlato di un'elongazione del collaterale, ma solo la risonanza magnetica che verrà effettuata oggi permetterà di essere più precisi sull'entità del guaio e sui tempi di recupero.

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