Battibeck - Alla resa dei pronostici

battibeckBattitore, non così!

Caro Battitore Libero,

se solo madre natura mi avesse fatto color dei fenicotteri ti ammonirei: “Battitore, non così!”.
Non ti pare ingeneroso, oltre che capzioso, ridurre l’uso del telefono a “metafora della Juventus”? Pensaci un attimo: in fondo, da quando esistono le intercettazioni telefoniche, il telefono rappresenta la sublimazione della democrazia. Tutti possono sapere tutto di tutti. Pensa quanto male si potrebbe pensare di noi se quegli incontri privi di segreti li avessimo avuti, che so, nel cuccio caldo di una stanza della sede sociale. Mi vengono i brividi solo all’idea.
E’ che all’improvviso tutta ‘sta democrazia ce l’hanno sfilata da sotto il naso. E allora ti chiedo: fino a tabulato contrario, mi spieghi che differenza c’è tra gli errori in buona fede di oggi e quelli malandrini di ieri? Quale prodiga fatina è riuscita a trasformare, e come, il sentimento popolare in buoni sentimenti?

Capitolo Champions: non so come interpretare quella tua fiducia espressa a senso unico, la settimana scorsa, nei confronti dell’Ones-Tim. Che stavi facendo, ammiccavi al carnefice? Suvvia, con quelli là più che la sindrome di Stendhal si potrebbe avere, al massimo, la sindrome di Stendardo (anche se con lui l’affarone l’avevamo fatto noi, l’anno passato, perché si sa, di quelli buoni non ce ne perdiamo uno). Va bene la cabala; va bene la legge dei grandi numeri ( per dirla con il Trap, che rimane l’unico ex interista vivente a conservare uno scudetto di stoffa corredato da immagini a colori). Ma la storia, in questi casi, andrebbe presa un po’ più sul serio prima di sbilanciarsi in quel modo, non credi?
Insomma, fuori dai denti: tu ci dici, come tutti i nostri nuovi fari del codice etico rinfrancati dall’espiazione, di guardare avanti. Però l’unico che da sempre non guarda (e non riconosce) la storia, ma "guarda e passa" (anche se mai oltre gli ottavi), è l’interista.
Non mi dirai che sotto sotto…

Ju29ro Team


Uffa, ma come sei monotono con ‘sta Inter...

Carissimo,
premesso che a questo mondo non sono tutti Gigli e fiori, mi spiace che tu mi ponga un quesito al quale non saprei come rispondere se non con la risposta che ti sei già dato. «Fino a tabulato contrario». Appunto. Il confine è tutto lì: nel puzzo delle bobine, nel fruscìo dei nastri. Bastava sedersi sulla riva del fiume chiamato campionato e aspettare che la corrente chiamata sudditanza psicologica portasse i cadaveri degli episodi chiamati favori arbitrali. Nessuna «metafora» deviante, nessuna insinuazione «capziosa». Guarda l’Inter, oggi: la zampa di Ibra arriva fin dove, un tempo, arrivavano i nostri cellulari. Gioco pericoloso, giochi pericolosi. Mi meraviglio che non sappia cogliere certe finezze, determinate sfumature. I dettagli sono importanti.
Quanto al pronostico sbagliato, rivendico il diritto all’errore, come un arbitro vergine, e ti invito, ufficialmente, a stare nella cesta. Il problema è che per me l’Inter è un obbligo (devo parlarne poiché qualche volta gioca con la Juve) e per te, invece, un’ossessione. La qual cosa fa godere gli interisti. Sei tu in flagrante sindrome di Stoccolma, non io. Sei tu, siete voi, che vi fidanzate con Mourinho per la storia dello scudetto in segreteria, salvo poi buttarlo fuori dal talamo non appena denuncia i nostri abusi domenicali. A volte, fatico a starti dietro. Segui il mio consiglio: non trasformare l’Inter in un incubo. Per diventare l’incubo della Juventus bisogna avere carte e schede in regola, bisogna aver avuto almeno un presidente che fosse anche, nello stesso tempo, presidente della federazione. Pensa in grande.
Solo su un punto sono d’accordo con te. Hai presente il celeberrimo invito «lasciamo che la giustizia faccia il suo Corso»? Ecco: sono proprio contento che abbiano scelto Corso (Mariolino, immagino) come simbolo della volontà di far chiarezza e pulizia. Uno dei loro, non uno dei nostri. Se davvero fosse stato prevenuto nei nostri confronti, il destino avrebbe dettato «lasciamo che la giutizia faccia il suo Luciano». E invece ha virato su Corso: non necessariamente Galileo Ferraris.
Dì la verità, Carissimo: non ci avevi fatto caso. La prossima volta, guarda la trave, non la pagliuzza. E, soprattutto, non incavolarti se scrivo che Manchester United-Inter finirà 1-1 e Juventus-Chelsea 2-1. Ci sono andato più vicino di quanto avrei voluto che qualcuno dei nostri stesse lontano dal telefono. E basta, per favore, con i «sotto sotto» eversivi, abrasivi, allusivi. A quando un bel «sopra sopra»?

Il Battitore libero

 

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