Udienza del 20 settembre 2011 - Difese critiche con pm ed Auricchio

indagine off-sideRiapre i battenti l'aula 216 del tribunale di Napoli, per il processo denominato "Calciopoli", ed ascolteremo le arringhe difensive degli avvocati di Innocenzo Mazzini e di Salvatore Racalbuto, l'arbitro di quel Roma-Juventus del marzo 2005 che Auricchio tenne sotto esame in modo particolare, lasciando per strada diverse intercettazioni che, secondo noi, dimostravano la buona fede dell'arbitro.
Nella pausa estiva c'è stato spazio per diverse scoperte, perché il pool difensivo di Luciano Moggi non si è concesso pause. Abbiamo potuto sapere che le telefonate erano state segnalate dai carabinieri che le ascoltavano con diversi gradi di rilevanza, i così detti "baffi" (3 rossi, 2 gialli o 1 verde, come potete vedere nello screenshot allegato), che diverse telefonate "sfuggite" e non riportate da Auricchio nelle informative erano, invece, tra quelle contrassegnate con tre baffi rossi, indicazione di massima rilevanza secondo chi ascoltava. Poi non ci ha sorpreso la recente intervista concessa dall'assessore Narducci alla Gazzetta, come non ci ha sorpreso che Maurizio Galdi, giornalista ma anche collaboratore di Auricchio durante le indagini, e Piccioni non abbiano fatto all'ex pm la giusta domanda per sapere se confermava o meno quanto dichiarato dal suo ex collega Filippo Beatrice, ovvero che quelle telefonate gli erano ignote fino al 2009.
Infine, da qualche giorno, sta tenendo banco la notizia che altre telefonate di "sicura rilevanza" sono state sbobinate nel frattempo, telefonate che negherebbero l'esistenza della "cupola" ipotizzata dagli investigatori e dai pm. Per saperne di più su questo ultimo punto, preannunciato da Luciano Moggi, dovremo attendere l'udienza del 27, quando terranno la scena i suoi legali Prioreschi e Trofino.

Seguiamo la diretta Live dell'udienza grazie al solito contributo dall'aula 216 del nostro inviato Francesco/Frales su questa pagina "statica" (memorizzatela nei "preferiti").
Come al solito curiamo la diretta Live in contemporanea anche sul forum tifosibianconeri.com/Cronaca dell'udienza.
Potete commentare l'udienza anche sul nostro blog.ju29ro.com.

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Ore 9.45 - Il nostro inviato ci informa che l'aula si sta riempiendo. Il giudice Casoria inizia l'appello. E' arrivato Moggi con i suoi avvocati Prioreschi e Trofino, poi Penta e l'avvocato Gallinelli. Oggi dovrebbero parlare i legali Botti, per Mazzini, e l'avvocato Mungiello per Racalbuto.

Avv. Botti (difesa Mazzini): Prendo la parola in difesa di Mazzini: discuterò degli aspetti che riguardano il reato associativo e poi il collega affronterà le questioni legate ai reati che vengono contestati al Mazzini. Lo sforzo che voglio realizzare è evitare di trasformare la discussione in un rituale, quindi effettuerò una serie di riferimenti ai dati processuali che sono riscontrabili dal tribunale. Prima di affrontare il merito avverto la necessità di esternare un disagio comune a molti. Noi abbiamo vissuto l'esperienza di affrontare un processo mentre la Corte di Appello per tre volte affrontava la discussione della ricusazione del giudice. Una cosa irreale! La prima richiesta che faccio è di azzerare quanto vissuto fino ad oggi, perché il processo è una cosa seria. La funzione giurisdizionale è un momento apicale. Dobbiamo recuperare una credibilità che fino ad oggi è stata dispersa. Dicevo: è necessario mettere da parte quanto accaduto e confrontarsi con serenità. Prima questione di fondo: dal '90 in poi, senza avere quella esperienza che oggi viviamo, il legislatore ha costruito un provcesso bifasico che prevede l’unico momento nel quale sia possibile la formazione della prova che è il dibattimento. E allora con onestà intellettuale il Tribunale dovrà convenire sul fatto che in questa aula sono sfilati 20 anni di storia del calcio italiano e da quello che abbiamo sentito dovrete formare il vostro convincimento. Le conclusioni a cui è pervenuta la Procura prescindono dai risultati dell'istruttoria dibattimentale. Questo il tribunale non lo conosce ma, se avesse ascoltato la requisitoria del pm durante l’udienza preliminare, è la stessa utilizzata per concludere il dibattimento: ciò significa innamorarsi di un tema investigativo, ha dato un volano per prestigiose carriere politiche. La stessa requisitoria con cui è stato chiesto il rinvio a giudizio è quella con cui sono state chieste le condanne. E se sono passati mesi estenuanti nei quali quelle tracce investigative dovevano trovare conferma vi invito ad andare a riprendere i verbali di questo dibattimento per accorgersi di quello che è avvenuto!
Vi elenco una serie di vicende accadute per verificare il tipo di riscontro che le deposizioni hanno avuto: 19 maggio 2009, Paparesta; 26 maggio Dal Cin; 16 giugno Paparesta figlio; 30 giugno, Galati e Di Mauro; 30.10, Pastore e Mazzoleni; 6.11 Garuffi, Martino e Di Laroni; 24.11, Ghirelli; 4.05, Marocchi e Bocchini; 15.12 Pieroni; 22.12, Cellino. Se avrete la pazienza di andare a rileggervi il contenuto di queste deposizione, in una verifica incrociata verificherete come la requisitoria del pm non tiene in considerazione un ridimensionamento della posizione del mio assistito. C’è una costante di questi interrogatori, rispetto alla durata della deposizione davanti al pm e i tempi delle stesse, una discrasia temporale tra la lunghezza dell’interrogatorio e il verbale redatto. Un esempio per tutti, quello di Ferri, magistrato della Repubblica. Se in qualche modo vi renderete conto che la fonte di prova testimoniale non offre riscontro alla testi investigativa, rimane nella Vostra valutazione il materiale enorme delle interecettazioni.
L'indagine "anomala". Questa indagine è stata piena di anomalie. Vi è stata una costante fuga di notizie, finalizzata all'unica sanzione che ha effetto immediato: quella mediatica. Fino all’avviso di conclusioni di indagine, tutti gli indagati giravano con i due libri dell’Espresso, che contenevano già tutto il contenuto delle informative dei carabinieri, il che è un reato, in quanto erano documenti non pubblicabili. Da ciò ci sono state delle conseguenze drammatiche sulla vita delle persone. La sanzione processuale è vera e importante, ma interviene così lontana nel tempo quando la sua efficacia è ridotta. Quella mediatica è forte e pronta, e ha creato gli effetti che doveva creare. Noi nel 2011 andiamo a fare un processo inquisitorio nel quale dobbiamo confrontarci sul contenuto delle indagini e anche sulle anomalie che le hanno caratterizzate.
Maddalena e Torino. Non si può discutere di quel periodo senza un elemento comparativo importante. Mentre a Napoli si svolgevano le indagini, a Torino vi era un gruppo di lavoro con Maddalena, Guariniello, e quattro sostituti. Torino lavorava sulle stesse imputazioni. Per mera coincidenza professionale posso fornire al Tribunale una fonte qualificata perché, innanzi al giudice monocratico di Roma, mi trovavo a difendere giornalisti querelati da Maddalena perché avevano insinuato (furono in tanti a farlo in quell'estate 2006, ndr) che quel gruppo di lavoro di Torino aveva richiesto ed ottenuto l’archiviazione dal Gip per motivi che prescindevano dal contenuto della loro attività investigativa. Maddalena viene ascoltato come persona offesa e restituisce, con il dettaglio e con argomenti coloriti, tutto il percorso che porta questo gruppo così qualificato a chiedere al Gip l’archiviazione. Parole di Maddalena: "Si pose il problema se chiedere un'ulteriore proroga o l’archiviazione. All’interno dle gruppo si manifestatono due orientamenti. Guariniello voleva la proroga, Tatangelo era contrario. Ma un’altra argomentazione era: ma quale attività facciamo: ci prendiamo tutti i filmati, poi ci chiamiamo gli arbitri e chiediamo loro: 'Ha visto male, o è stato corrotto dalla Juve?' Ci sembrava un'indagine ridicola che sarebbe andata avanti per mesi e anni con risultati negativi. Guariniello fece una memoria scritta in cui sosteneva che l’unico reato che si poteva perseguire era la frode sportiva. Anzi, dico di più, una memoria inserita negli atti, perché anche Guariniello sosteneva che l’associazione e la ricettazione non erano sostenibili. Io ho visto queste posizioni e ho detto che ero d’accordo con Tatangelo, quindi fu fatta una runione alla quale fu invitato il procuratore generale Caselli, di cui tutti conoscono l’autorità, certamente non compiacente. Caselli, che era al corrente delle indagini, disse che era favorevole all’archiviazione e la Procura si disse d’accordo".
Violato il Codice. Napoli, invece, va avanti e l’unica differenza è la quantità di captazioni telefoniche cha Napoli ha avuto a disposizione. E allora vediamole queste intercettazioni! Non le leggerò, ovviamente, ma quello che farò è ricordare al tribunale quali sono i paletti che la Cassazione ha indicato ai giudici di merito quando la fonte di prova è la captazione telefonica, strumento importantissimo ma una fonte di prova che deve responsabilizzare il giudice interprete come nessuna altra fonte di prova. La Cassazione, infatti, ha detto che esse possono costituire fonte diretta di prova della responsabilità qualora siano gravi, precise e non equivoche, non suscettibili di altra interpretazione, concordanti e quindi non contrastanti tra loro, di modo che la conversazione non lasci margini di dubbio sul senso della stessa. Al di là della alluvionalità del materiale investigativo, non si può non tenere conto che una fonte di prova ambigua non può essere l’unica. Ma vi è di più, e qui ringrazio la difesa di Moggi che ha evidenziato una cosa gravissima: ha selezionato una serie di telefonate ed ha occultato tutte quelle che non servivano alla sua causa, come se fosse stato un avvocato di parte, ma il PM non può permettersi ciò, egli è un pubblico ufficiale e non può permettersi una discovery parziale, ma deve indagare in una prospettiva di verità e non è vincolato in chiave accusatoria. Egli ha violato un preciso precetto del codice! (l'art. 358 CPP recita "Il pubblico ministero compie ogni attività necessaria ai fini indicati nell'articolo 326 e svolge altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini", ndr).
Non mi scandalizza più un uso improprio del reato associativo. È una prassi consolidata delle Procure utilizzarlo, perché consente le captazioni telefoniche, le misure cautelari, laddove i reati sottostanti non lo prevedano, quindi una specie di grimaldello. Non ho una visione etica della vicenda processuale, quindi è legittimo che il pm possa forzare la norma, ma ad un certo punto dovrà pur arrivare il momento dell’autocritica. Persino la giustizia sportiva ha sostenuto che non si possono individuare i presupposti dell’associazone, nella sentenza della Caf del 2006. Non vi è un solo reticolo, ma una serie di reticoli, non un sistema ma un’atmosfera inquinata. A me sembra che i pm volutamente ignorino, nel sovrapporre il reato associativo, quali siano le consuetudini, le gerarchie e i comportamenti che caratterizzano il mondo del calcio. Il dibattimento è stato importante perché ci ha tristemente restituito un mondo del calcio nel quale queste relazioni, se vogliamo poco decorose e poco corrette, lo attraversano integralmente.
Chi è il prestigiatore? E allora vorrei comprendere: perché sono stati tirati fuori da questo cilindro solo alcuni nomi? Chi è il prestigiatore che ha fatto questa operazione? Quali criteri sono stati utilizzati? Cosa diversifica i promotori di questa associazione da coloro che nel processo sono emersi come persone che mettono in atto le stesse modalità? Ci sono stati i capri espiatori, i cattivi sono stati eliminati e il carrozzone può andare avanti. Ciò è quello che è emerso in quest’aula! Se vogliamo essere amanti della statistica, ritenere che nella storia del calcio ci sia stata una società, la Juventus, che in 30 anni ha monopolizzato tutto ciò che è avvenuto in quegli anni è paradossale. Le statistiche degli ultimi 30 campionati dicono che, se monopolio esiste, è stato un monopolio di tre società: Juve, Inter e Milan: dal 1980 ad oggi solo 7 volte lo scudetto è uscito dall’orbita Milano-Torino. Se siamo chiamati a ricostruire la vicenda degli ultimi 30 anni e dobbiamo stabilire che c’è un cattivo che si chiama Moggi e una società cattiva che è la Juventus e poi due buoni e sciocchi che sono il Milan e l’Inter, potete anche farla questa ricostruzione, ma sarebbe una ricostruzione fallace e lontana dalla realtà. Esiste una soggezione inevitabile degli arbitri, ma essa è in una triangolo tra Milano e Torino.
Ma se vogliamo dare questa soggezione, una veste di reato, siamo fuori strada. Se voi che siete giudici, e non tifosi, dovete restituire una veste giuridica a questa verità dovrete partire da questo dato. Ma al di là dell’associazione.
Mazzini millantava. Passando alla figura di Mazzini, se dovesse esistere questa associazione, egli dovrebbe esserne capo e promotore. Una cosa ridicola! Ricordo che il criterio che il tribunale dovrà adottare è quello della Cassazione, per cui l’organizzatore è colui che svolge attività essenziali per la vita dell’associazione e deve essere valutato in relazione al suo contenuto concreto ed in situazione di preminenza rispetto alle attività degli altri associati. Ma non potete valutare il grado di responsabilità sula base della quantità delle telefonate, altrimenti non vi sarebbe pena congrua per Mazzini! Vi deve essere un altro valore. Dovrete valutare la condotta del promotore o dell’inventore della organizzazione. E dovrete valutare le posizioni di Carraro e Ghirelli, che sono usciti dal processo senza nemmeno l’onta del rinvio a giudizio! È opportuno tenere presente che Mazzini poteva essere eletto solo con il contributo dal calcio dilettantistico, essendo espressione di quel calcio. Addirittura Auricchio non ha potuto fare a meno di ricostruire, nel discutere delle vicende che portarono all'elezione, il fatto che Mazzini era espressione del calcio dilettantistico. Il medesimo Abete ha dovuto ammettere che Mazzini si occupava di antidoping e di dilettanti, e che la gestione era collegiale. Ma le telefonate dimostrano che non c’era una gestione univoca. Verificate se nelle telefonate di Carraro, o di Abete, in ordine al salvataggio della Fiorentina ci sono parole diverse da quelle utilizzate da Mazzini, o la telefonata di Lotito con Carraro nella quale Lotito si lamenta del trattamento riservato alla sua squadra. Carraro che cosa avrebbe dovuto fare secondo la Procura? Avrebbe dovuto dire: 'caro Lotito, il problema non è mio, mi occupo di altro'. Ma andate a rileggerle queste telefonate. Carraro è addirittura irritato con Bergamo, evidentemente perché il suo intervento precedente non è andato a buon fine. E Bergamo si difende: 'Ho parlato, ho parlato'; e Carraro: 'Vuol dire che anche a Lei La ascoltano al contrario'. Ma il discorso è: questo atteggiamento ha rilievo penale? Certamente no! E allora perché Mazzini che ha gli stessi atteggiamenti si trova con una richiesta di anni di carcere? Tra l’altro, mentre Lotito si riferisce al capo della Federazione, Mazzini ha la necessità di ritagliarsi uno spazio in questa vicenda, in una relazione che, come capita puntualmente, passa sulla sua testa. È Lotito che chiama Carraro e Mazzini interviene in questa vicenda applicando la sua miglior dote: la millanteria. Egli non ha assolutamente i poteri di cui si vanta! E veniamo ad Abete, chissà perché nemmeno indagato: andatevi a rileggere le telefonata tra lui e Mazzini o tra lui e Ghirelli. Che cosa significa lamentarsi verso i vertici istituzionali? Mi sembra di tutta evidenza che l’indirizzo di una Federazione sia quello di salvaguardare anche quello che c’è dietro talune società di calcio; se è vero quello che è emerso da questo processo, ritengo doveroso e legittimo che, se il presidente della Federazione verifica che realtà imprenditoriali importanti con un buon bacino di utenza lamentano torti arbitrali ripetuti a loro danno, ha l’obbligo di intervenire!
Una riflessione sulla personalità di Mazzini va fatta ed è una possibilità che, anche se in maniera marginale, il processo ci ha offerto. Mazzini è una persona onesta che giocava a fare il potente, una persona che parla molto, che millantava troppo, a cui tutti volevano bene. Ho avuto difficoltà a convincerlo a venire davanti al tribunale, perché vi era consapevolezza che venire qua era mettere a nudo una serie di comportamenti che aveva messo in essere durante gli anni. Vorrei utilizzare una frase di Moggi in un suo libro. Egli parla di Mazzini e di alcune telefonate e dice che si è fatto delle risate leggendo le telefonate di Mazzini: “lo mettevo in viva voce per necessità fisica, andava avanti per ore, era il colloquio con uno che in Federazione non aveva grande considerazione. Con il telefono in mano si trasforma, diventa un attore, voleva contare o far vedere di contare, cercava di far vedere che aveva potere ma non era così, era stato eletto solo grazie ai dilettanti”. E anche in una dichiarazione spontanea dello stesso Moggi, egli dice che Mazzini non contava niente e che pensare che la Nazionale fosse nelle sue mani era un assurdo. Ma vi è un altro riscontro processuale: vi prego di rileggervi la deposizione di Ferri. Mi sembra che egli offra una ricostruzione logica, non solo sulla questione Lazio, ma sulla personalità del soggetto. Si deve fare riferimento a questo per decifrare quelle intercettazioni. Il buon Ferri, nella sua deposizione del 24 aprile 2010, definisce Mazzini giocherellone, logorroico e millantatore.
C’è poi una telefonata tra Moggi e Lippi, allenatore della Nazionale, in cui Moggi dice: 'Coinvolgi coso, che ci tiene' e Lippi, 'Sì, per farlo contento'. Ogni qualvolta vi è un'interazione tra chi nel mondo del calcio conta e chi invece non conta, il modo di rapportarsi è proprio questo. Ma vi è un’altra telefonata che mortificherà Mazzini, ma devo farlo. Telefonata tra Meani e Contini. Si parla del più e del meno, ad un certo punto i due parlano di Mazzini: “Ma Mazzini cosa fa nella vita? Il tordo! Ma vedi come va vestito ed è vicepresidente! Per questo la Federazione non conta niente”. Questo è l’organizzatore della associazione!!! Ma vi è ancora un altro dato: tutte le telefonate di Mazzini sono telefonate che avvengono a partite concluse! Tutte! È il segno che si tratta di discorsi da parte di uno che non aveva alcuna possibilità di intervenire! Provate a vedere, collocate l’intervento di Mazzini a partita conclusa e ditemi dove sta il reato. Trovate delle intercettazioni di Mazzini prima delle partite, in cui si fa una previsione dell’incontro perché c’è stato il suo intervento sull’arbitro. Non ce ne sono! Le due vicende che in qualche modo interagiscono sono i due profili di accusa che riguardano il salvataggio della Lazio e della Fiorentina. Ebbene, non vi è alcuna intercettazione tra Mazzini e Carraro. È mai possibile che il vicepresidente della Federazione non abbia un canale diretto con il suo presidente? Addirittura per la situazione Fiorentina egli viene interpellato dai Della Valle. Sono i Della Valle che si rivolgono a Mazzini, allo stesso modo in cui Lotito si rivolge a Carraro.
Quanti incontri? Quali vantaggi? Altri dubbi sull’attività investigativa vengono fuori vedendo come è stato trattato l’episodio di Villa La Massa quando vi è, per l'accusa, il culmine del salvataggio della Fiorentina, quando Auricchio arrampicandosi sugli specchi risponde che non sono state fatte intercettazioni ambientali in quanto il proprietario del ristorante era amico dei Della Valle! Una dichiarazione risibile o, a voler pensare male, una precisa volontà di effettuare una selezione tra le intercettazioni? Ancora un'osservazione sulla sentenza di De Gregorio, dell’abbreviato. Quali sono gli elementi certi sulla condotta di Mazzini? Il giudice dice che sono 2: uno è quello delle schede svizzere, ebbene, il tordo promotore la scheda svizzera non l’aveva! Auricchio, a mia precisa domanda se vi era l’uso di scheda di Mazzini, fa un po’ la lepre e dice che non era un aspetto dell’indagine di cui si è occupato. Quindi il primo elemento del Gup non è applicabile a Mazzini. Altro elemento sono gli incontri. Mazzini partecipa agli incontri. Mazzini è promotore perché partecipa agli incontri. Ebbene vediamo quali sono: il 21.9.04, dicembre 2004, febbraio 2005, marzo 2005, aprile 2005, maggio 2005, gennaio 2006. Vi chiedo di controllare a quale di questi incontri il "tordo promotore" ha partecipato. Ve lo dico io: il PM dice che sono 3 o 4 e che degli altri è informato. Andate a vedere se è vero. E ancora: se io organizzo tutto ciò, devo averne un vantaggio? Questa è una storia nella quale non è scorso un euro! Quale è il vantaggio penalmente rilevante? Essere inserito in un mondo di una fascinazione straordinaria? In questo tribunale si fanno tanti processi ma noi siamo qui assediati solo perchè si parla di calcio. È un peccato veniale ma non un reato penale senz’altro!
Un’ultima telefonata che ha fatto molto soffrire Mazzini. Chiedo di andarsi a vedere una telefonata relativa ad una cena alla quale Bergamo vuole ottenere garanzie sulla continuità del suo ruolo, secondo l’accusa. È una cena che si prepara attraverso molte telefonate e vi chiedo di verificare come il fondatore dell’associazione viene vissuto dagli altri commensali. Bergamo e Fazi in due telefonate parlano delle persone che dovevano parteciparvi. Bergamo dice: 'Non ho capito, chi è il terzo?', la Fazi risponde: 'E' Mazzini'; e Bergamo: 'Ah no, sminuisci tutto, andategli a dire che qui non si parla di tarallucci e vino!'.
Credo di aver trattato la figura di Mazzini per quella che è. Credo che il tribunale debba mandare assolto l’imputato Mazzini per non aver commesso il fatto e perché il fatto non sussiste.

Avv. Bratti (sempre per Mazzini): Salvataggio Fiorentina. La Procura ricostruisce questa operazione partendo molto da lontano. Prende lo spunto dalla vicenda che ha portato all'elezione di Carraro e di Galliani alla Figc e alla Lega. La Procura ci dice che in quella fase si crearono due gruppi, uno che portava Galliani, l’altro Abete. Solo in base all'elezione di Carraro la Procura ritiene che vi fu una feroce battaglia che generò un'attività ritorsiva che si concretizzò nella prima parte del campionato 2004-05 nel danneggiare la Fiorentina. Ultimo corollario è che, visto l’avvicinarsi della fine del campionato, i Della Valle attenuano l’atteggiamento antagonista, e ottengono una modifica della situazione in campo. Ebbene, nessuno di questi punti trova riscontro, anzi sono stati smentiti. Non è vero che c’era attrito. Se vi è stata un'iniziale contrapposizione vi è stato poi un compromesso. Abete vi ha detto che l'elezione di Carraro è stato un compromesso che viene da lontano, non certo il giorno dell'elezione ma da gennaio. Come vicepresidente di Carraro viene eletto Zamparini, che appoggiava Abete, altro che conflitto.
La Procura ci dice che c’è stata attività finalizzata ad alterare il risultato delle partite della Fiorentina. Perché, se questa cosa è vera, noi non troviamo nessun capo di imputazione che vede la Fiorentina come parte offesa? Perché non c’è nessuna partita sotto osservazione? Perché non vi è stata nessuna attività in danno della Fiorentina e il pm ha utilizzato questa idea suggestiva del salvataggio della Fiorentina per avvalorare la sua tesi. E poi, nel momento in cui si cambia atteggiamento, dal 20 aprile, ci dovrebbero essere episodi favorevoli ai viola. Il 24 aprile c’è Bologna-Fiorentina e la va ad arbitrare Bertini, uno dell’associazione, e la partita finisce 0 a 0, e Auricchio dice che la partita non è attenzionata. Il 30 aprile c’è Fiorentina-Milan ed è un’occasione fantastica per l’associazione! Ad arbitrare ci va addirittura De Santis. Si può dare lo scudetto alla Juventus e la salvezza alla Fiorentina, tutto insieme! Ebbene, la partita finisce con la vittoria del Milan e vi fu un errore clamoroso di De Santis che non vide un fallo da ultimo uomo in favore della Fiorentina. La Procura stessa si accorge che c’è qualcosa che non va ed esce fuori l’incontro di Villa La Massa, e già c’è un dato significativo: se c’è un patto, un'associazione, l’incontro decisivo avviene a due giornata dalla fine del campionato. Quali sono i contenuti dimostrativi? Nulla. Abbiamo un inconhtro tra 4 o 5 uomini non sull’Aspromonte, ma in un locale pubblico. Dunque da questo momento le partite della Fiorentina si concludono tutte con la vittoria? Neanche per sogno. Il giorno dopo l’incontro vi è Fiorentina-Atalanta e la Fiorentina non vince, ma quello che è clamoroso è che, se premettiamo che in questa operazione salvataggio non si fa uso di nessuna scheda riservata, se c’era un patto perché dopo la gara non c’è nessuna telefonata di lamentela da parte di nessuno? La successiva è a Roma, Lazio-Fiorentina, che è quella dell’incredibile fallo di mano di Zauri non visto da Rosetti. L’ultima giornata è Fiorentina-Brescia, in cui i viola hanno un unico risultato, la vittoria: quindi il sodalizio capace di tutto, dovrebbe mandare un arbitro sodale, associato, o almeno amico. E invece ci va Collina!
Analizziamole le intercettazioni. Si potrebbe dire che la prova dell’associazione venga dalle intercettazioni. Vediamole. Telefonata del 21 aprile 2005, dopopartita di Fiorentina-Messina, drammatica per la Fiorentina che prende gol nella fase di recupero. Mazzini chiama Della Valle che gli dice di essere proprio giù: 'Tu sei un fiorentino, sei l’unico che mi può tutelare, in modo legale, non sto parlando di aiuti'. Questa telefonata segna per la Procura l’inizio del patto! Giorno dopo, tra Mazzini e Mencucci. Mazzini dice che quando c’è un arbitro non si può avere più del 50 e 50 che vada bene e Mencucci risponde: 'Va bene, qui nessuno vuole di più, ma nemmeno di meno'. 'Cambiare registro non vuol dire comprare le partite', dice Mazzini. Telefonata tra Mazzini e Giraudo. Mazzini dice che i Della Valle vogliono salvarsi. E qui mi aspetterei che tra due dei maggiori organizzatori dell'associazione si parli di questo; anzi, i due sodali concludono l’intervento parlando di altro, delle comproprietà, ma poi dicendo, Mazzini: 'Certo che se si vogliono salvare devono fare la partita come se fosse la finale della Coppa del Mondo!'. Questa è la conversazione che segue il patto! Se dovessimo ritenere Mazzini un tordo e ritenere che il vero male sia Moggi, c’è anche una telefonata tra Moggi e Della Valle in cui dovrebbe venir fuori questo atteggiamento fraudolento. La telefonata è successiva, del 2 maggio. Della Valle chiama Moggi, è sconfortato dopo Fiorentina-Milan; Moggi dice forse 'ci penso io!'? No, Moggi dice: 'Tu devi andare a farti sentire forte, far sentire la tua forza, non per ottenere dei vantaggi ma per non ottenere degli svantaggi!'.
Salvataggio Lazio: qui non c’è capo né coda. Si assume che, nell’ambito della vicenda, Lotito operi un intervento presso le massime cariche presidenziali al fine di far ottenere un vantaggio alla sua squadra. A differenza della Fiorentina qui non ci sono dei passaggi successivi. Per la Procura i rapporti politici sono la chiave di lettura delle intercettazioni tra Lotito e Mazzini. Anche qui c’è uno scambio elettorale, ma la tesi fallisce. Il voto di Lotito rappresentava un 42simo del 37% dei voti! Carraro stesso dice che Lotito non aveva alcun peso specifico, ma per la Procura il suo intervento provoca l’effetto di far mettere in contatto Bergamo e Carraro. In realtà in quelle telefonate non vi è un intervento di Carraro per far ottenere un vantaggio alla Lazio, ma per chiedere maggiore attenzione e che si evitassero errori.
Per quello che riguarda le partite singole, non voglio ripetermi su quello che era il sorteggio, lo abbiamo sentito spesso in quest’aula come avveniva e come era disciplinato. L’unica partita in cui il pm si sforza di compiere un'operazione di mettere insieme i tre momenti è Chievo-Fiorentina del maggio 2005. Vi è l'assenza di riferimenti all’alterazione del sorteggio e allora ci si rifà alle intercettazioni dalle quali dovrebbe venire fuori la prova dell’accusa. Sono tre: due tra Mazzini e Bergamo, e una tra Bergamo e Della Valle. Vi sono poi due intercettazioni che il pm si è guardato bene dal rilevare che smentiscono questa tesi: la prima è quella già evidenziata tra Moggi e Della Valle. Vi è poi una del 4 maggio 2005: Mazzini chiama Mencucci. Da un lato emerge la volontà di accreditarsi verso i Della Valle, dall’altro c’è la richiesta di Mazzini di far telefonare i Della Valle a Bergamo. Non vi è alcun riferimento ad un'attività fraudolenta. Tutti insistono a correre da chicchessia per essere tutelati, ma non vi è nessun riferimento concreto. Ma, al di là di questa interpretazione, vi sembra possibile che il capo promotore dell’associazione, dominus dell'operazione salvataggio della Fiorentina, si rivolga a Mencucci dicendogli di far telefonare i Della Valle a Bergamo? E poi, vogliamo vedere se i Della Valle alla fine chiamano Bergamo? Certo, era necessario. Ma non vi è nessuna telefonata tra i due!
E veniamo alla prova dell’alterazione. Per questa partita sono stati sentiti sia gli assistenti di Dondarini sia il quarto uomo. Tutti dicono che l’arbitraggio è stato fatto secondo le regole. Quindi o non vi è reato o anch’essi ne partecipano. Anche su Lecce-Parma si è detto di tutto. la cosa più importante è che questa non era la partita decisiva in quanto ve n'erano ben otto il cui risultato era influente ai fini della salvezza della Fiorentina. Rispetto sia alla designazione sia alla possibilità di alterare il risultato non vi è alcuna intercettazione in merito! Ritengo che le operazioni di salvataggio della Fiorentina e della Lazio non esistano, ma siano state solo descritte dai pm in quanto era più comodo sostenere la loro accusa.
Per questo chiedo anche io l’assoluzione di Mazzini perché il fatto non sussiste.

Il giudice Casoria ha deciso che si andrà avanti ad oltranza.

Avv. Mungiello (difesa Racalbuto): È la prima volta che mi trovo ad affrontare un'associazione nella quale non vi è stata alcuna dazione di denaro. Manca la causale. Perché uno dovrebbe associarsi ad un'associazione del genere? Racalbuto non era internazionale, era al terzo anno di deroga. Da parte di Racalbuto non vi è alcun dato oggettivo per farlo. Non ha percepito denaro, non ha avuto progresso di carriera, neanche una concessionaria FIAT! A Racalbuto viene contestato il possesso delle schede svizzere, ma alle stesse non può essere attribuito alcun valore probatorio. Due contatti telefonici che Racalbuto avrebbe avuto, secondo il pm: il cellulare avrebbe agganciato la sera della partita la cella vicina a casa sua, a Gallarate. Ebbene, noi oggi produciamo un documento dal quale si evince che in entrambe le occasioni l’arbitro ha dormito in albergo la sera stessa e non è tornato a casa! Tra i testi ascoltati, c’è stato Coppola, il quale ci ha detto di essersi presentato dai carabinieri, invitato dall'appello di Borrelli, e di aver detto agli stessi di dover raccontare qualcosa sull’Inter, ma che i carabinieri non ne hanno voluto sapere e che interessava solo la Juventus. Il che ci dice tutto sul modo in cui si sono svolte le indagini.
Non vi è stato un solo teste che abbia confermato gli assunti dell’accusa. Abbiamo sentito riferimenti all’abbreviato, ma questi riferimenti sono errati in quanto diverso è il rito. Qui abbiamo sentito più di 100 testi e tutti, nessuno escluso, hanno detto che non vi era nulla che potesse far pensare loro all'esistenza di un'associazione finalizzata alla frode sportiva. Nucini ci ha detto cose inenarrabili! Ancora non ho capito la sua presenza qui in aula, se come teste o in altre vesti! Di Laroni ci ha detto che il telefono di Racalbuto non era attenzionato. Ciò è vero solo all’inizio delle indagini. Vi sono numerose telefonate che il pm non ha mai valutato, come ammesso da Beatrice qualche mese fa.
Ammonizioni dolose. Ammonizioni dolose di Pisano e Contini, per non farli giocare con la Juventus. Mi sono andato a vedere chi erano questi due: erano due giocatori di riserva del Parma. A tutti gli arbitri ho chiesto se conoscevano, prima di andare ad arbitrare, chi erano i diffidati prima della gara. Tutti hanno detto di no. Mi permetta di fare una digressione. Su un campo di calcio ci possono andare 17 campi di basket e c’è un solo arbitro, mentre nel basket ce ne sono 2 o 3. Come si può immaginare che un arbitro, nella concitazione di un incontro, possa ammonire un giocatore vedendo da lontano chi è.
Cagliari–Juventus. Si dice che Racalbuto avrebbe aiutato la Juventus che aveva bisogno di un pareggio. Ricordo a me stesso che tutte le telefonate che voi avete di Racalbuto sono per la stragrande maggioranza fatte ai suoi referenti Pairetto e Bergamo. Ve ne leggo una, poi dopo vi dico la virtuale. 'Hai visto ieri?' 'Sì, ho visto purtroppo, il gol è in fuorigioco, ma che ci vuoi fare, poi ti dico la mia sensazione' dice Pairetto. 'Hai ragione, ma quello mi ha messo in difficoltà, è stato Abeijon che mi ha rotto i coglioni dall’inizio, tanto che Zola mi ha detto che fa così anche in allenamento'. Qual era la telefonata virtuale? 'Salvatore, ma perché hai solo ammonito Abeijon? Quale migliore occasione per buttarlo fuori?'
Ricordarti che devi morire. L’accusa ci ha detto che dall’inizio del campionato vi era l’accordo che la Juventus doveva vincere lo scudetto. Ebbene, a che doveva servire la scheda svizzera? A ricordare ogni cinque minuti questa cosa? Tipo "Ricordati che devi morire"?
Roma-Juventus. Ci hanno detto che era una partita sentita, ad alto rischio. Era il primo anno che Capello allenava la Juventus, la partita finisce 2 a 1 per la Juventus con recriminazioni da parte della Roma, per un gol in fuorigioco. Dopo quella gara Racalbuto sta fermo 8 gare, perdendo circa 40.000 euro. Continuo a chiedermi: qual è l’utile di Racalbuto di far parte dell’associazione se non è nemmeno tutelato? Su questa gara ci sono telefonate che la Procura non ha ritenuto di inserire. Ci sono telefonate prima, durante e dopo la gara, sì anche durante! La prima del 4 marzo tra De Santis e Racalbuto. De Santis dice di stare tranquillo. La seconda è tra Bergamo e Racalbuto. Bergamo si assicura che sia tutto a posto e Racalbuto dice che la farà alla grande; Bergamo dice di essere tranquillo per questo, che ha difeso il sorteggio anche se non è internazionale. Racalbuto: 'Ho una grande determinazione'. Bergamo: 'E' una partita che ti meriti, e di stare tranquillo anche perché ci sono il top degli assistenti'. Alla fine del primo tempo, con la Juve in vantaggio per 2 a 1, Racalbuto dallo spogliatoio chiama con il telefonino De Santis, che sta vedendo la gara in tv. De Santis dice che forse ci poteva stare un'ammonizione a Del Piero, ma Racalbuto vuole sapere se c’era il rigore. De Santis non sta lì a tranquillizzarlo e a dirgli che si sta raggiungendo l’obiettivo, ma gli conferma che il rigore era dubbio. A fine gara c’è ancora una telefonata tra i due e De Santis dice a Racalbuto che c’era il fuorigioco di Ibrahimovic sul primo gol di Cannavaro, di cui nessuno si era accorto in campo. Ma la telefonata più importante è quella tra Racalbuto, che è già in albergo, e Bergamo. Bergamo dice che si sono episodi non causati da lui che lo penalizzano. Tutto nasce dal primo gol di Cannavaro perché Ibrahimovic è in fuorigioco. Bergamo dice di capire che Racalbuto ha fatto il possibile per tenere la gara, perché ha fischiato 70 falli, e che la sua prestazione è stata ottima.
Bergamo dice ancora che purtroppo hanno sbagliato gli assistenti, ha sbagliato Piscacreta che è il n° 1. Queste sono le famose telefonate fatte e che sono state scartate dagli investigatori. Se uno froda, non fa queste telefonate. Vi è poi una interecettazione ambientale attribuita a Moggi che mentre parla al telefono risponde ad un'altra telefonata attribuita a Racalbuto. Anche se fosse, cosa dice Moggi al suo interlocutore? Dice: "Vai a fare la partita con tranquillità, non farti condizionare da nessuno"… (si parla di Reggina – Brescia che finirà 3 a 1 per il Brescia… e gli amici della Reggina?).
Nel campionato 2004-2005 Racalbuto ha arbitrato 16 partite a causa dei turni di sospensione. La media degli altri è 24-25 partite. Mi avvio alla conclusione ma mi permetterete di fare un ringraziamento ai periti trascrittori che hanno fatto un lavoro egregio trascrivendo centinaia di telefonate.
Chiedo l’assoluzione dell’imputato Racalbuto perché il fatto non sussiste e perché non costituisce reato.

L'udienza termina qui.
La prossima volta, martedì 27, ci sarà l'arringa di Prioreschi che, però, ci informerà anche sulla situazione della Morescanti, ricordando che lui è sostituto processuale, quindi si deve tenere pronto.
Alla prossima, che sarà davvero importante.