BATTIBECK: Le più rosee intenzioni

battibeckRESISTENTI GIALLOROSSI
Caro Battitore,
non credo di aver mai visto una cosa del genere. Tu mi smentirai e mi racconterai tante belle storie, se del caso.
A me, però, pare proprio di non aver mai visto concedere un'intervista in esclusiva, come ha fatto Blanc con la Gazzetta, e, nella stessa edizione, addirittura nella stessa pagina, venire immediatamente sbertucciati dal tuo avversario, nella fattispecie Branca, avvertito per tempo dal tuo media partner, e prontamente intervistato da "ti ho fatto prendere 7,5 da" Cecere.
Solo 5 punti in più.
Juventino chiacchierone, canti sotto l'ombrellone.
Tu ti concedi in esclusiva e loro ti impaginano la figura da sfigato. Begli amici che hai.
Cito il Damascelli: "Ma come k fate la comunicazione?"
Un minimo di rispetto spero sia preteso in futuro. Pretendere, non chiedere. Così si fa, nella giungla, mio caro amico. Proprio come faceva Moggi, sì.
Gli articoli di Ordine tornano nel cassetto e alle sanzioni dell'Ordine che ci pensino i giornalisti. Nel calcio si applicano le teorie di Kenneth Waltz, non quelle di Gandhi. Questo lo capisce, io spero, anche Madre Teresa (Casoria). La Sanipoli, cui, strano caso, viene concesso con una certa frequenza di seguire una certa squadra giallorossa ovunque, deve proprio venire a Torino così spesso a dispiegare la sua obiettività verso la Juve? E io alla Rai i giocatori non glieli faccio vedere.
Chi si sta comportando male?
In Italia, la Sanipoli che combatte Moggi viene descritta come la Fallaci contro Kissinger. Eh no, k. Non ci siamo. Non puoi chiamarli "resistenti giallorossi".
C'è, però, una buona notizia questa settimana: iniziano finalmente i lavori del Panel UEFA che si occuperà di implementare il fair-play finanziario. E infatti sui giornali sportivi ho trovato grandissimo entusiasmo, spulciando nelle brevissime.
Scusami, Battitore, io so che tu hai la schiena dritta: ma come siamo conciati, se nessun giornale replica al delirio di Paolillo e dell'Inter contro Platini?
L'unico a farlo non è stato un giornalista sportivo, ma un giornalista finanziario, Gianni Dragoni del Sole.
C'è qualcosa che non va, devi ammetterlo. E non si spiega facendo la solita battutina su Biscardi.
Nella famosa intervista al Daily Telegraph Platini ha detto anche questo: "Gli chiesi: "Avvocato, ma secondo lei a chi appartiene davvero il calcio?" Fui molto sorpreso dalla sua risposta. Mi disse che il calcio apparteneva ai tifosi e alla stampa. Allora gli dissi che ero d'accordo a metà con lui."
Il solito arrogante Michel. Aveva ragione Gianni. Prova a dire di no.


RE SOLE E MADAMIGELLA ROSEA
Carissimo,
lascia perdere le schiene dritte o storte o gobbe (ah, che tempi, che nostalgia), Scrivi: «Come siamo conciati, se nessun giornale replica al delirio di Paolillo e dell’Inter contro Platini? L’unico a farlo non è stato un giornalista sportivo, ma un giornalista finanziario, Gianni Dragoni del Sole. C’è qualcosa che non va, devi ammetterlo». Sì, c’è qualcosa che non va: lo ammetto. E qualcuno: tu, io, noi. L’avvocato Agnelli non amava gli specialisti. Li trovava noiosi. Adorava i tuttologhi. Li trovava emozionanti (come Julio Cesar e la difesa di Maifredi). Sono per gli specialisti. E per questo ti dico che è stato giusto che agli affondi finanziari di Michel rispondesse un giornalista del ramo e non dell’albero. Qui hai torto marcio. Il problema dell’Italia è proprio lo spaccio di generici per eclettici. Rammenti quanti esperti di doping nacquero, per copula e per cupola, nei mesi zemaniani dell’assalto alle caste farmacie di frate Agricola? Nel nostro Paese, il comico fa il politico, il politico fa il comico, l’ultrà fa l’onorevole, l’onorevole fa l’ultrà, l’opinionista fa il giudice, il giudice fa l’opinionista e così via. Fermi tutti. Il giornalista sportivo, di campo, deve parlarmi di tecnica, di calcio (se di calcio si occupa). E del Platini mattatore. Per il Platini tremontiano e cacciatore di bilanci drogati, serve il giornalista finanziaro. Obiezione: ma un cronista non potrebbe essere l’uno e l’altro? Chiedilo alla Sanipoli, uffa.
Viceversa, hai ragione quando ti indigni perché nessun quotidiano, Sole a parte, abbia replicato alle farneticazioni paolilliane. Io appartengo a quel ciarpame italico che, arrivato a una certà età, non sa più chi servire, dopo averli comandati tutti (modestamente). Ma se fossi foco, e oltre che foco giornalista, non mi limitereri ad ardere il mondo; imporrei a ogni giornale, sportivo e non, un cronista finanziario che sappia di cash flow e, vista l’aria che tira, di calcio. Pronto, di conseguenza, a balzare in sella ai Paolillo di turno fino a domarli. Mi avessero mai dato retta, i signori direttori e i signorini redattori. Importunai le meglio penne del reame, inviai appelli, invasi siti. Nulla. Se la stampa italiana è in crisi, c’entrano, come no, il crollo della pubblicità e l’avvento dell’agorà internettiano, ma il colpo di grazia l’hanno inferto la miopia e la pigrizia con le quali non si cavalcano gli argomenti e ci si sdraia ai piedi dei vari Poulsen politicanti, scambiandoli per Xabi Alonso.
Quanto a Maria Teresa Casoria, se avesse preso a pedate il processo di Napoli dopo dieci udienze e non dopo un paio, sarei più tranquillo, ma capisco che non si possa avere tutto dalla vita. Dove sbagli della grossa è quando ti inalberi per l’improvvisa botta di par condicio che ha colto la Gazzetta: intervistona a Jean-Claude Blanc e spalla a Marco Branca nel rispetto, totale e simultaneo, del diritto di replica. Scusami, ma non era quello che volevi alle udienze sportive di Calciopoli? La prima mossa all’accusa, la seconda alla difesa. Carissimo, ti invito ad applaudire la Rosea per aver raccolto, finalmente, il messaggio che tu, francescanamente, avevi seminato.
Non sempre, i processi alle intenzioni combaciano con le intenzioni dei processi. Ti lascio con questa massima, sicuro che ne farai buon uso.
Il Battitore Libero

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