BATTIBECK! Tutti al No Elk Day

battibeckTRA I DUE LITIGANTI...
Battitore, la vittoria di sabato sera per il momento mi ha rabbonito e oggi voglio compiacerti.
E fa niente se il coinvolgimento dell'Inter in Farsopoli è stato oscurato dai capimafia catturati a Palermo e Milano e dalla condanna di Amanda e Raffaele. Gli indossatori la faranno franca anche stavolta, ma fa niente. Tempo al tempo. Il vero miracolato della settimana, dobbiamo dirlo, è il terzo incomodo. Per il Presidente del Milan si è conclusa una sette giorni trionfale: gli avevano preparato un bel trappolone, con tanto di pentito comunista e discesa in piazza di una milionata di tifosi della Fiorentina, ma il destino gli ha arriso. Mentre ancora i teleelettori italiani avevano nelle orecchie Spatuzza, ecco la carica dei cinegiornali: catturati due pericolosissimi superboss! Ecco il ragazzotto palermitano, ecco il vecchio di Milano. Che assist! Altro che una sgroppata di Sissoko. Il gol della vittoria, lo slalom alla Marchisio, è arrivato sabato pomeriggio, a San Siro, davanti agli occhi adoranti del pellegatto di turno: ah, che Milan, ah che Leonardo, ah che Ronaldinho, ah, come combattiamo la mafia noi! Nessuno mai!
Per questa volta devo darti ragione (ma non montarti la testa). Intenti come siamo a sfogare sugli indossatori di scudetti altrui le zacconate di 3 anni fa, troppo spesso ci dimentichiamo il Milan e la sua corte di ziliani e ballerine. A tal punto che quando monsignor Sacchi dagli studi Mediaset recita l'Omelia del nuovo calcio leale e pulito post '06 (che sollievo derubricare quell'1-6, vero, Arrighe?), ci beviamo tutto così, senza manco alzare il ditino e ricordargli le sportivissime luci a Marsiglia, la rimessa laterale di Bergamo in coppa Italia, il braccino alzato di Baresi che comandava i guardalinee meglio delle telefonate di Meani. Sabato sera i rossoneri tifavano per noi. Capita spesso, da quando siamo innocui e puliti, come i pantaloncini di un calciatore ignavo.
In fondo l'Inter è solo una costruzione mentale Elkanniana, che si sgonfia da sola, come ha fatto all'Olimpico, davanti a una Juve mediocre. E' una simulazione 3D, l'Inter, come la ricostruzione del delitto perugino che i teleelettori hanno visto nei cinegiornali, con le sagome di Amanda e Raffaele in quella stanza, con i coltellacci in mano; come le intercettazioni del 2006 recitate da doppiatori da film di mafia.
In un tale contesto, chi glielo spiega a Balotelli che il calcio non è rotolarsi a terra con le mani in faccia? Se il calcio non è più calcio ma wrestling, un giovane praticante si adegua, no?

PER I CARABINIERI, MASSIMO RISPETTO
Carissimo,
da Cupola a Coppola non è soltanto questione di baffi e lupare. Sono i confini che delimitano la tana rancida di Calciopoli, i suoi pozzi (di san Patrizio? non proprio) e le sue gobbe, non meno misteriose delle nostre. Con Inter-Venezia, la partita che - a campi invertiti - stappò la celeberrima «sudditanza psicologica», entriamo nel terreno minato dei carabinieri. Massimo (Moratti) rispetto per l’arma: ci mancherebbe. Mi sono divertito a leggere le reazioni di juventini e interisti. Gli juventini agli interisti: ben arrivati! Gli interisti agli juventini: vi piacerebbe, eh?
Non so per te, ma per me la Signorina ha sconfitto gli Onesti tre a uno. Marcatori nell’ordine: Coppola, Moggi, Eto'o, Marchisio. Ho citato Luciano perché non ho ancora intercettato chi abbia realizzato la «seconda» rete. Ho scritto Moggi perché l’azione è la palingenesi e il bignami di Calciopoli: contiene, voglio dire, le nostre angosce, i nostri dubbi, le nostre rabbie. Dunque: punizione che non c’era (pettata di Samuel su uccellin Del Piero); parabola di Diego; mischia in area; tuca-tuca, Felipe Melo? Del Piero? Chiellini? Lucio? Spero che in tutto questo tu abbia colto il senso della vita. Pochi metri e pochissimi secondi hanno descritto il Grande Scandalo meglio di qualsiasi affresco (ma peggio, naturalmente, del vostro libro). Non un autore certo, ma una collana di autori probabili. Felipe Melo ha finto di esultare, Del Piero ha finto di tirare, Chiellini ha finto di boh... Poi, improvvisa, la sentenza: gol. In base, anche qui, al sentimento popolare: il boato dello stadio. Ma ti domando, carissimo: come puoi convalidare un gol se non sai chi l’ha «commesso»? Se però ti basta che la palla rotoli in rete, per convalidarlo, come puoi - mutatis mutandis, alla Plasmati - non condannare Lucianone and friends?
Spero che tu sia in grado di reggere le metafore filosofiche con cui oggi ho deciso di addobbare la mia paginetta. Quanto a Balotelli, se sei d’accordo ci dividiamo i compiti: tu spieghi a Mario che «il calcio non è rotolarsi a terra con le mani in faccia»; io spiego ai cantanti delle curve che sarebbe l’ora di piantarla con quei cori che se non sono razzisti sono infamanti. E se lo fanno anche i tifosi delle altre squadre, non me ne può fregar di meno. Siamo la Juventus. In tempi meno grami avrei scritto: siamo o non siamo la Juventus? Scusa, ma ti conosco e, così, ho preferito andare sul sicuro.
Finalmente ti sei accorto di Berlusconi e del Milan. L’ossessione Inter ti aveva spinto lontano dal bersaglio. Rammenti quando il Cavaliere disse, come voi, che Calciopoli era una farsa salvo pretendere indietro, subitissimo, non uno scudetto, ma addirittura due? Era un messaggio mica tanto in codice. Fu il Milan a scoperchiare il vaso di Pandora, attraverso un diavolo devoto quale Franco Carraro, idolo dei tuoi idoli. Il Cav scivolò poi su una buccia di Meani, a conferma che, talvolta, sbagliano, anche i maggiorenni, non solo le maggiorate o le minorenni.
E adesso, carissimo, riesuma l’antico eskimo e mettiti il passamontagna. Si va in corteo assieme. Ho organizzato un sobrio «No Elk day». Per favore, scior padroncino, vorremmo un competente di calcio in società. Uno solo.
Il Battitore Libero

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