Battibeck! Carrarismi e carrierismi

battibeckCHE ORRORE!

Caro Battitore,
l'ho letto su tutti i giornali: Davide Lippi vola a Madrid per condurre la trattativa per portare Diarra alla Juve. Cronaca eh? Senza allusioni: nessuno dei tuoi colleghi ha osato. Diarra consigliato da Cannavaro, che è consigliato da Ferrara, che è consigliato da Lippi. Che, scrivono tutti, consiglia tanto.
Io comunque per scrupolo ho controllato. E ho scoperto che è tutto a posto. Davide infatti non è, come pensavo, il figlio di Claudio Lippi, il presentatore, che, come saprai, ha il parrucchiere in comune con Aldo Biscardi, noto manipolatore di masse al soldo di Luciano Moggi.
E quando non c'è di mezzo il parrucchiere, il pizzaiolo o il ferroviere, per te e i tuoi colleghi è tutto a posto.
Siete dei classisti, inutile che neghi. Odiate il volgo illetterato che gira in Classe A.
Mio Dio Raiola, che orrore! Vi atteggiate a beghine, ma sembrate, ad andar bene, Marta Marzotto.
Poi vi dimenticate o fate finta di non sapere.
Bronzetti, che è il più grande dei grandi agenti sulla tratta Spagna-Italia, e alla cui fonte, ogni benedetta estate, vi abbeverate avidamente, si è beccato i suoi 3 anni di inibizione per il calcio scommesse. Raiola, che orrore!
Preziosi il più rampante dei rampanti presidenti, ha in giudicato una condanna per frode sportiva e un patteggiamento di quelli pesantini per bancarotta fraudolenta di una squadra di calcio. Voi scrivete che fa gli affari direttamente con l'Inter, anche se è inibito. Ma pazienza. Raiola, che orrore!
Becali radiato dalla Fifa. Eppure voi scrivete, senza imbarazzi, che tratta i giocatori con l'Inter. Raiola, che orrore!
Jorge Mendes, ancora non avete scritto una riga su Jorge Mendes e i suoi amici! Dio, Raiola, che orrore!
Fa così schifo che l'altro giorno, finalmente, ho letto su "Il Giornale" che Ibra sarebbe pronto a revocargli la procura per fare quello che Mourinho pare - dice Il Giornale - gli sta consigliando da tempo: affidare i suoi affari a Jorge Mendes, che putacaso, è il procuratore di Mourinho, oltre che di Quaresma, Figo, Muntari e di Deco e Carvalho, richiesti dal lusitano al presidente.
Sta' a vedere che i maestri di stile di Milano ci liberano anche dal pizzaiolo.
Basta con 'sti ferrovieri e 'sti pizzaioli, brutti e ignoranti.
Che il procuratore sportivo è nobile mestiere, svolto da avvocati e professionisti seri. Me ne ricordo ogni volta che sento parlare il decano della categoria, Caliendo, con quel suo italiano pulito. Radical kitsch.
Ora: se ti dico che sei una brava persona, ti incazzi. Perciò ti dico che sei un fesso. Uno, con il tuo talento, meriterebbe tre mesi di vacanze al mare, per essere dispensato dall'inferno del calciomercato, che riduce la tua categoria a copiatori di veline societarie, e a sottili distinguo tra un pizzaiolo ignorante e un impresario di discoteche (come era Jorge Mendes).
Una domanda ti voglio fare: che tu sappia, i ragazzi dell'ufficio stampa dell'Inter si trovano bene nei locali della redazione sportiva del Corriere della Sera o rimpiangono le fresche frasche di Appiano Gentile?
Inunmondoche

FIGLIO DI PAPA' E FIGLIO DI

Carissimo,
mi spiace deluderti. Non mi fa schifo soltanto Raiola. Mi fanno schifo tutti. Sono figlio unico, non ho figli. In un altro Paese, o in questo ma in un’altra epoca, al solo pensiero di passare a miglior vita mi sarebbe scesa una lacrima sul viso. Così, invece, ci sorrido su. Naturalmente, nel tuo elenco telefonico - sempre prezioso, sempre fazioso - dimentichi di citare quando Lucianone andava a Monaco di Baviera a trattare tale Sagnol senza dirlo ai dirigenti del Bayern, scatenandone reazioni non proprio natalizie. «Il figlio di», in Italia, è un biglietto da visita che, in assenza di regole, o in presenza di norme troppo incasinate, apre facili porte. Raiola è il simbolo di una categoria che detesto, e la detesto non già in nome di un improvviso rigurgito di moralismo (credi che non sappia distinguere fra peccato e reato?), ma perché fa in maniera meravigliosa un mestiere infame (mentre noi giornalisti, spesso, facciamo in maniera infame un mestiere meraviglioso: l’ho presa pari pari da Beccantini, sorry).
Mi scrivi di Becali. Non me ne può fregar di meno. Ci aggiungi il carico da undici di Jorge Mendes: avesse detto. Vi conosco, rancorosi che non siete altro. Pur di fare di ogni erba un fascio, e metterci dentro tutto, e tutti, sareste disposti a parlar bene addirittura di Moratti Massimo. So dove vuoi arrivare: alla beatificazione del Ferroviere, e della di lui prole. Fai come ti pare. Non sono bigotto. Aborro il Carrarirsmo e il carrierismo dei Raiola o delle famiglie che trafficano in muscoli. Sono con te quando crivelli di parolacce i formalismi che permettono a un Preziosi qualsiasi di fare il presidente sotto squalifica (che non è come dire: sotto tortura). Nello stesso tempo, non ti sarà scappata la notizia che a Bologna meditano di avvalersi dei consigli di Lucianone. Rido di questa Italietta incapace di licenziare i suoi scheletri. Dirai: sono tornati tutti al loro posto, perché non potrebbe tornarvi Lucianone? Scontata la squalifica di cinque anni, liberissimo.
In questo avventurato Paese ci sarà sempre un figlio di papà o un papà figlio di pronto a smuovere le nostre coscienze e i nostri scrupoli. Continuiamo a guardarci indietro: Lippi, in bilico fra Juventus e Nazionale; Petrucci, «prigioniero» (dice lui) del Coni. Tullio Lanese potrebbe serenamente essere eletto presidente dell’Aia. E Franco Carraro, se solo gli pungesse vaghezza, presidente della Federazione al posto di quel Giancarlo Abete che gli reggeva la cornetta (senza sospettare che fosse un’arma impropria). Adesso che ci penso, l’unico che di sicuro non tornerà è Leonardo Meani: pesce troppo piccolo per ingolosire, Gallianone gli ha preferito il Leonardo brasilero che già aveva a libro paga. Meglio non rischiare.
Quanto al calcio mercato, per carità: non titillarmi, non eccitarmi, non rendermi turgido il superlativo. Sai cosa farei se fossi il direttore di un giornale sportivo? Farei esattamente questo: scriverei e pubblicherei una letterina del tipo «Cari lettori, da domani per tutto il periodo del mercato non pubblicheremo una notizia sul medesimo. Ripeto: non pubblicheremo una notizia, dicasi una. Intesi? Grazie». E poi la firma. Alla grandissima. Purtroppo, non si può. E non si può perché sei tu, siete voi i clienti più affezionati ed esigenti delle lucciole mercantili, delle trattative zoccolesche, degli approcci mignotteschi senza i quali non sapreste dove andare a sbattere con il mouse.
Concludo rispondendo alla tua domanda sui ragazzi dell’ufficio stampa dell’Inter e le comodità offerte dalla redazione sportiva del Corriere della Sera. L’ho letta nel libercolo viscido e mieloso di Beccantini: i giornalisti preferiti da Antonio Giraudo in funzione della sua Juventus erano tre. Franco Ordine de «il Giornale». Roberto Renga de «il Messaggero». Fabio Monti del «Corriere della Sera». Ripeto l’ultimo: Fabio Monti del «Corriere della Sera».
Mi manca tanto, il dottor Giraudo.
Il Battitore Libero


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"Battitorinho."
"Il ciclico ritorno delle telefonate."
"Clash of the titans: Trillo vs Il Battitore!"
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